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REGIONE LAZIO, NOMINE DIRETTORI GENERALI DELLE ASL: NOMI NUOVI, METODI VECCHI

zingasindaco[1]AG.RF.(redazione). 08.11.2013

“riverflash” – E’ entrata ormai nel vivo la selezione dei nuovi direttori generali di Asl e aziende ospedaliere del Lazio; l’obiettivo è quello di avere entro il 16 novembre la “scrematura” di 50 nomi dai quali attingere per avviare il ricambio dei direttori generali che hanno il contratto in scadenza o si trovano in situazione di commissariamento. Il primo ad andare via, sarà probabilmente  Antonio Paone dell’Asl RmC, il cui contratto scadrà a novembre. A dicembre, poi, sara’ la volta di Vincenzo Bonavita (Asl RmB) e Renato Sponzilli (Asl Latina). Ma entro l’anno, saranno vagliati tutti i commissariamenti o le situazioni di incongruenza. Nel mirino dunque , finiranno l’Asl RmD (Alessandro Cipolla), Asl RmE (Angelo Tanese), Asl RmF (Giuseppe Quintavalle), Asl RmH (Claudio Mucciaccio), Asl Viterbo (Luigi Macchitella), Asl Frosinone (Vincenzo Suppa) e il commissario facente funzioni dell’ospedale San Filippo Neri, Lorenzo Sommella. La sostituzione di questi manager non è scontata, verrà valutato il loro operato che, in base a quanto stabilito dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sarà giudicato con criteri di valutazione non esclusivamente di natura economica, ma anche di qualità  delle cure. E si continuerà così anche con gli altri dg che hanno contratti in scadenza per fine gennaio. Ma il punto non è questo: parlando con la gente e ascoltando i commenti in giro, ci siamo resi conto che i cittadini, in questo “particolare” momento di crisi dove nulla sembra più funzionare, specialmente nella sanità, vogliono chiarezza e trasparenza in tutti i settori della vita che li riguardano da vicino, primo tra tutti la politica, perché le nomine dei direttori generali delle Aziende Sanitarie, sono nomine “politiche”. Il presidente Zingaretti ha annunciato (tramite delibera), che la scelta verrà fatta in base al curriculum (cioè ai titoli elencati per poter accedere all’incarico), alla “fama”  e al rapporto fiduciario con il vertice regionale. Ed è proprio questa la parola che spaventa: “rapporto fiduciario” può voler dire tutto e niente, e la paura espressa dalla gente che abbiamo intervistato in piazza è proprio questa: veder eletto un Direttore Generale che indubbiamente avrà i titoli per farlo, ma che non sia stato messo lì per la famosa frasetta “mi manda Picone”, piuttosto che sia in grado di provare a raddrizzare la “disastrata” sanità della Regione Lazio, garantendo a tutti i cittadini, trasparenza, snellimento delle procedure burocratiche, e tutela del diritto alla salute e all’appropriatezza di cure.

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