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REGIONALI 2015: SI PROFILA UN 5 A 2 PER IL PD, STRAVINCONO ROSSI, ZAIA, EMILIANO – RENZI STOP

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AG.RF.(MP).01.06.2015

“riverflash” – Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni? Mentre si sta procedendo allo spoglio degli ultimi voti, lo scenario politico che si sta presentando, indica una ormai certa vittoria del Pd per 5 a 2, mentre sale la Lega e il M5Stelle in alcuni Comuni e “tiene” Forza Italia del redivivo Berlusconi. In Toscana Rossi si è assicurato la vittoria al primo turno. In Puglia ha vinto Emiliano e il Veneto, come previsto, rimane saldamente nelle mani della Lega. Nelle Marche il Pd ha tenuto e in Umbria si è riconfermato “in corner”. Ad esultare veramente, è Matteo Salvini, che con la “sua” Lega, è riuscito a superare Forza Italia. In ogni caso, a vincere è stato l’assenteismo, visto che a votare è andato solo il 52%. Il Pd, partito del premier, ce la fa a conservare la guida della Regione in Marche, Puglia e Toscana. Mantiene l’Umbria, ma con  un margine risicato, al di là di ogni previsione. Perde sonoramente in Veneto, regione che resta saldamente nelle mani della Lega, strappa la Campania al centrodestra, con il successo di De Luca (che però dovrà vedersela con la legge Severino). Ma il dato da sottolineare è che ha  perso soprattutto la Liguria, dove lo strappo con la minoranza interna si fa sempre più incisivo. Nel complesso – secondo le ultime proiezioni dell’Istituto Piepoli – il Pd è il primo partito con il 23,7%; secondo è il M5s con il 18%, terzo la Lega al 12,5%. Forza italia è al 10,7%, Fratelli d’Italia al 4,2%, Area popolare al 3,5%. Il candidato della Campania, Vincenzo De Luca (Pd), ha dunque vinto con il 40%, rispetto al candidato uscente Stefano Caldoro (centrodestra). Al terzo posto, Valeria Ciarambino (M5s). Ma per l’ex sindaco di Salerno (impresentabile secondo la lista nera stilata dalla commissione Antimafia), ora si apre la partita della possibile decadenza legata alla legge Severino. In Liguria c’è stata la vittoria di Giovanni Toti che, con il 34% dei voti e grazie all’appoggio del centrodestra, è riuscito a strappare la Regione al centrosinistra , mentre Raffaella Paita si è fermata al 28% e  Alice Salvatore, (Movimento 5 Stelle), ha sfiorato il 25 per cento. Conferma scontata del Pd in Toscana, dove il governatore uscente, Enrico Rossi, ha superato il 40%, assicurandosi così il passaggio, già dal primo turno. Al secondo posto Claudio Borghi, candidato della Lega Nord, intorno al 20 per cento. Il centrosinistra inoltre, ha ripreso in extremis, l’Umbria, dove c’è stato un testa a testa tra la presidente uscente dem, Catiuscia Marini (42%) e lo sfidante di centrodestra Claudio Ricci (39%). Grande successo in Veneto, del presidente uscente Luca Zaia (Carroccio), che ha  riconquistato la regione con quasi il 50 per cento, distanziando di molto la candidata del Pd Alessandra Moretti (23,9%), che ha fatto registra un flop per il partito.  In Puglia, Michele Emiliano ha conquistato il 47% dei voti, seguito da Antonella Laricchia Movimento 5 Stelle (20%). Nelle Marche, il candidato del centrosinistra Luca Ceriscioli, ha superato il 40% delle preferenze. Al secondo posto Gianni Maggi (M5s) col 21% seguito da Francesco Acquaroli , entrodestra, (19%) e soltanto al quarto posto Gian Mario Spacca, governatore uscente, eletto nel 2010 col Partito democratico e oggi di nuovo in corsa per il suo terzo mandato con l’appoggio di Forza Italia. A lui “appena”il 13% dei voti. Il dato da sottolineare è l’affluenza di votanti. 52,2% sono stati coloro che hanno deciso di recarsi alle urne e questa percentuale, dimostra chiaramente come ci sia attualmente, una forte disaffezione verso la politica: le Regionali del 2010, registrarono una presenza alle une, del 64,19% degli aventi diritto (e nel 2005 fu il 72%). Lo scorso anno, alle europee, l’affluenza fu del 58,7%. Nel dettaglio delle singole regioni, la partecipazione più bassa si rileva in Liguria col 50,67 per cento (in calo di 10 punti). A seguire c’è la Campania col 51,93 per cento (-11 punti percentuali rispetto alla tornata precedente). Sul versante elezioni comunali, invece, è stata del 65% l’affluenza alle urne rilevata alle 23 (il dato diffuso dal Viminale, non tiene conto delle amministrative in corso in Friuli Venezia Giulia e Sicilia). Nelle precedenti omologhe, quando si votò in due giorni, l’affluenza si era attestata al 73,6. Il calo è di circa 7 punti. E in casa Pd, mentre lo scrutinio è ancora in corso, già ci sono state le prime accuse reciproche: tra Cofferati e il renziano Ernesto Carbone, tra la sconfitta ligure Paita e il candidato della sinistra Pastorino. All’alba Debora Serracchiani, numero due del Pd, riassume: “Siamo soddisfatti per la Campania, ma amareggiati per la Liguria. E’ evidente a tutti all’interno del Pd che le scelte di qualcuno hanno fatto vincere il centrodestra”. Sembra dunque essere iniziata la resa dei conti per il Pd: Renzi e i “suoi”, potrebbero pensare ora a rivoluzionare il partito, perché sicuramente, al suo interno, ci sono tante cose da rivedere.

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