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RASSEGNA STAMPA – SALLUSTI TORNA DALLE VACANZE E SPARA SU NAPOLITANO

AG.RF  (Giuseppe Licinio). 31.01.2014.

“riverflash” –

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Sommario

Tutti i giornali aprono sulla “convulsa” giornata parlamentare di ieri tranne i giornali del gruppo Caltagirone (Mattino e Messaggero) che aprono sulla sentenza di appello a Firenze sul processo Meredith che ribalta la sentenza di primo grado.

La parola che si ritrova più frequentemente nei titoli e negli editoriali riferita ai grillini è «squadristi» ma il titolo più azzeccato è quello di Repubblica («Parlamento, la guerra di Grillo»). Il Manifesto pubblica una foto di Grillo che gigioneggia al microfono e Casaleggio che lo guarda perplesso. Il titolo è «Autogol» ma non è detto che sia del tutto vero.

Questo tema mette in secondo piano il resto (legge elettorale, Matteo Renzi, il premier) e quindi, contrariamente a quanto sostiene il Manifesto, un risultato Grillo lo ha raggiunto perché ha ripreso la scena . Vedremo se saprà riempirla di contenuti.

Chi si ritrova sulla scena, suo malgrado, è Giorgio Napolitano messo in stato di accusa da grillini. Il Fatto rievoca polemicamente la richiesta di impeachment fatta dal Pds nel ’91 contro l’allora Presidente Francesco Cossiga (richiesta che non ebbe seguito per le dimissioni del Presidente).

Altri temi: primo giorno di dibattito in aula per la legge elettorale,  le solite tensioni dentro Forza Italia e il dibattito sul nuovo assetto della Fiat (now FCA). Repubblica intervista il nuovo responsabile economia del Pd Filippo Taddei e il Fatto l’economista e senatore Pd Massimo Mucchetti. Il commento più di peso però è quelli di Romando Prodi sul Messaggero per niente tenero con Marchionne.

Approfondimento

Caos in aula. Su Repubblica Claudio Tito parla di «strategia del caos» da parte di Grillo e Casaleggio per dimostrare la loro ragione di esistere. Anche per Luigi la Spina (Stampa) i grillini, pur di dare segni vita, si inventano «iniziative improbabili» e la definisce una «strategia del suicidio» perché, secondo il giornalista, il M5S finirà per scomparire tanto più che Renzi sta avviando quel percorso di riforme che era proprio quello che ci si aspettava dal movimento.

Per Paolo Franchi il comportamento del M5S si spiega con l’opposizione totale al «bipolarismo perfetto» Pd-Forza Italia che si va delineando e in cui loro avrebbero un ruolo marginale.

Intervista di Liana Milella alla Presdiente della Commissione Giustizia alla Camera Donatella Ferranti in cui la giornalista sembra quasi spronare la deputata a intraprendere azioni penali contro il grillino Ferraresi che ieri ha occupato la commissione. Così sarà un pm a decidere come condurre l’ostruzionismo.

Filippo Ceccarelli racconta tutte le tecniche di ostruzionismo usate in passato in Parlamento evidenziandone le evoluzioni delle pulsioni coreografiche, sceniche e sonore.

Aldo Cazzullo intervista il Presidente della Camera Laura Boldrini sulla “movimentata” giornata politica di ieri. Dopo la inevitabile denuncia del comportamento dei grillini, la Boldrini, però, dice chiaramente che le sanzioni le deciderà la Camera e non fa nessun riferimento a denunce alla Procura. Inoltre, sulla pessime gestione dei tempi di calendarizzazione del decreto, lancia indirettamente una velenosa accusa al governo: «Mi sono assunta delle responsabilità che non erano soltanto mie…».

Stefano Folli fa un parallelo fra Grillo e il leader dell’estrema destra francese Jean Marie Le Pen e sottolinea come Jean Le Pen avesse maggiore rispetto delle istituzioni.

Stefano Rodotà, intervistato dall’Unità è uno dei pochissimi a non ricorrere alle categorie del fascismo e dello squadrismo. «E’ solo populismo deteriore», assicura l’ex parlamentare indipendente del Pci, «favorito dal clima imperante della comunicazione».

Impeachment. Marco Travaglio definisce la richiesta dei grillini «ben scritta» e «tutt’altro che infondata» ma che non avrà nessuna speranza di essere accolta dal Parlamento per un semplice questioni d  numeri. Si tratta si «serio atto di contestazione politica contro il massimo garante di questo sistema». L’editoriale fa un parallelo fra la richiesta di impeachment fatta dal Pds contro Cossiga e quella di Grillo di ieri ripercorrendone ruoli e responsabilità.

Per Mario Breda, quirinalista del Corriere, fedele interprete degli umori del Colle, si tratta di uno «sfregio istituzionale» con l’obiettivo di una «delegittimazione del Presidente». Sul caso Napolitano, la cosa più interessante è l’atteggiamento dei giornali di centrodestra. Ieri avevano espresso  solidarietà  al Quirinale dopo la parola «boia» rivoltagli da un deputato grillino e individuano nelle mosse politiche di Grillo il tentativo di rompere l’asse Berlusconi-Renzi («Violenti contro l’asse Berlusconi-Renzi» è il titolo dell’articolo del vice-direttore Tramontano). Stranamente però, la prima pagina ha come bersaglio polemico non Grillo ma Napolitano: «Napolitano, che botta». Occhiello: «Presidente di parte». Sommario: «Il suo governo è morto, il suo Parlamento è un bivacco e arriva pure lo schiaffo dell’impeachment. Non passerà ma è una triste fine per un giocatore che pensava di entrare nella storia». Sembrava che la linea politica del giornale fosse cambiata ma oggi il direttore riprende in mano le redini del giornale dopo l’assenza di qualche giorno.

Evidente la differenza con Libero che, infatti, dedica l’apertura a Grillo: «Camera a 5 stalle».

Oggi in Aula si vota sulle pregiudiziali di costituzionalità della legge elettorale in Parlamento. Sulla Stampa se ne occupa Carlo Bertini il quale, fa notare come dall’esito di questo voto si potrà «capire se il percorso di questa riforma sarà un Vietnam oppure no». Gli alfaniani e i lettaniani non riescono ancora a capire, scrive Bertini, se le accelerazioni di Renzi sono finalizzate al voto anticipato oppure no.

Forza Italia. Ugo Magri sulla Stampa parla di «svolta responsabile» di Berlusconi che agiterebbe i falchi. Stando al retroscena di Magri, Berlusconi non sopporta più falchi e lealisti perché sono sempre e solo alla ricerca di poltrone tanto da definirli in privato «gli strozzini».

Fiat (now FCS). Impietoso articolo sul Messaggero di Romano Prodi contro Marchionne di cui riconosce l’evidente capacità come manager ma di cui mette in dubbio l’effettiva voglia di investire in Italia. Articolo che, ad occhio e croce, avrà grandi ripercussioni. Non visibili, però.

 

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