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RASSEGNA STAMPA: Olli Rehn bacchetta l’Italia, Letta gli risponde, Berlusconi pensa alle Europee

di Giuseppe Licinio (AG.RF. 04.12.2013)

(riverflash) – I temi trattati dai quotidiani sono molti ma ruotano tutti intorno alla stabilità del governo il quale ieri è stato accusato in sostanza di “inaffidabilità” dal Commissario Europeo Olli Rehn in un’intervista a Repubblica. «Oggi è l’Italia a bacchettare Brussels» titola l’Avvenire.

Molte dichiarazioni di fuoco contro il Commissario Europeo mentre in controtendenza si registra solo la dichiarazione di Romano Prodi dichiaratosi «comprensivo» sulle posizioni scettiche sull’Italia.

Altri temi sono la legge di stabilità con le nuove misure e i problemi dei partiti. Non è noto se Berlusconi intenda veramente candidarsi all’estero per le elezioni europee. Il Corriere esclude che lo possa fare in Bulgaria in base ad una stessa legge bulgara mentre per Libero, invece, la candidatura è spontanea. Complicate le questioni che riguardano Berlusconi dal punto di vista giudiziario (ne parlano Repubblica e il Giornale).

Pd. Il Partito Democratico è alle prese con le primarie ma anche con la stabilità del governo. Matteo Renzi continua a fare dichiarazioni molto critiche sull’attuale assetto delle larghe intese («con Formigoni e Giovanardi non si può governare»).

Legge elettorale. Qualche giornale usa il termine “giallo” per descrivere quello che è successo ieri in merito alla decisione della Consulta sul ricorso contro il Porcellum. Due decisioni contradditorie nell’arco di un giorno: all’inizio si era pensato a un rinvio a gennaio mentre successivamente si è diffusa  la notizia che la Corte avrebbe esaminato già oggi il ricorso.

 

Approfondimento

 

Olli Rehn. Antonella Baccaro sul Corriere offre una sintesi delle dichiarazioni di Olli Rehn (riuscendo a non citare il quotidiano Repubblica su cui è apparsa l’intervista). «Sono scettico sulla capacità dell’Italia di ridurre il debito» ha dichiarato il Commissario Europeo e l’articolo riporta anche le reazioni sia dei mercati che delle forze politiche. Durissima, conoscendo l’abituale aplomb di Enrico Letta, la reazione del premier: «Il Commissario europeo deve parlare di stabilità e di equilibrio finanziario. Lo scetticismo appartiene a un’altra categoria, quella del dibattito politico ma in tal caso deve togliersi la giacca da Commissario».

Anche Giorgio Napolitano ha reagito alle accuse di Olli Rehn dichiarando che «L’Italia può dirsi soddisfatta e orgogliosa per lo sforzo di risanamento». «Piuttosto è a livello delle istituzioni UE che si impone una correzione di rotta…» ha aggiunto il Presidente e per Marzio Breda sul Corriere queste frasi si prestano a una «doppia chiave di lettura»: difesa del governo Letta «ma anche» imporre un indirizzo strategico diverso all’Europa in modo da «sterilizzare i crescenti malumori anti-europei».

Il pezzo di Breda è utile come spunto per passare alla situazione del governo. Da segnalare gli editoriali di Giuliano Ferrara sul Foglio e Marco Travaglio sul Fatto. Ferrara sul Foglio va in una direzione diversa da quella di Breda e parla in sostanza di fallimento del governo e quindi di Napolitano che sta consumando il suo secondo mandato nel «tran tran di una politicuzza insignificante» indicando «nella via alle urne unico modo per ridare energia politica a tutti». Travaglio arriva alla stessa conclusione di Ferrara ma partendo da premesse diverse e cioè da un giudizio fortemente critico su Napolitano che ha impedito la formazione di un governo di scopo con il M5S (dimenticando che Beppe Grillo la fiducia non l’avrebbe mai votata).

Quindi quelle di Breda, Ferrara e Travaglio, sono tre analisi politiche chiare seppur diverse del quadro politico.

Legge elettorale. «La Corte Costituzionale accelera» titola Repubblica dopo che per l’intera giornata di ieri il sito del quotidiano pubblicava una cronaca dal titolo «La Corte rinvia». L’oggetto della decisione è il ricorso presentato da un cittadino contro il Porcellum. L’«accelerazione» della Corte ha spaventato i partiti costringendoli a trovare un accordo. Brevissimo editoriale di Ezio Mauro su Repubblica che spera sia «il punto di inizio di una nuova stagione per il Pd e per il governo». L’accordo, come spiega Claudio Tito sempre su Repubblica, è «sull’abolizione del Senato e sul doppio turno di collegio come in Francia».

Ugo Magri sulla Stampa spiega con toni meno enfatici di Liana Milella che oggi la Corte esaminerà nuovamente il ricorso soltanto perché ieri non ha fatto in tempo. Diversi gli scenari possibili a seconda della decisione della Consulta e Magri correttamente avverte il lettore che sono solo ipotesi.

Pdl. Amedeo La Mattina sulla Stampa parla di «Berlusconi in campo per fermare la fuga da Forza Italia». La paura di non essere nemmeno ricandidati da Berlusconi, o chi per lui, nelle prossime liste sta spingendo diversi forzaitalioti a passare con Alfano.

L’incubo del carcere fa capolino in diversi articoli fra cui quello di Luca Fazzo sul Giornale («La gara dei pm per arrestare l’ex premier») secondo cui è il processo Ruby ter, cioè quello per corruzione in atti giudiziari (in parole povere aver pagato dei testimoni), il più difficile fra tutti.

Per quanto riguarda la candidatura di Berlusconi alle europee in un’altra nazione dell’UE (non potendolo fare in Italia per gli effetti della legge Severino), Salvatore Dama su Libero conferma l’ipotesi di una candidatura in Bulgaria. Il Corriere, invece, scrive l’esatto contrario poiché, secondo la legge bulgara nessun straniero si può candidare se è stato dichiarato ineleggibile nel proprio Stato (come il caso di Berlusconi).

Primarie del Pd. Repubblica dedica un articolo alla “squadra di Renzi” il quale, fra l’altro, ieri ha detto chiaramente che, in caso di vittoria, il Pd non sarà il partito della CGIL.

Tragedia di Prato. Secondo il Giornale i controlli c’erano stati e un reportage della Stampa riferisce della scomparsa degli operai cinesi dalle industrie per paura dei controlli. In attesa che l’attenzione dell’opinione pubblica cali e tutto ritorni come prima.

 

giornali2

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