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RASSEGNA STAMPA: La quasi certa vittoria di Renzi manda in fibrillazione i partiti della maggioranza

di Giuseppe Licinio  (AG.RF  03.12.2013)

I giornali aprono prevalentemente sul governo e sulla nuova fiducia che il governo dovrà chiedere al Parlamento. La notizia è il colloquio fra Giorgio Napolitano e Enrico Letta. Il Corriere della Sera apre su questo («Napolitano chiede un programma»).

Sulle misure economiche previste dalla legge di stabilità, Repubblica intervista il Commissario Europeo degli Affari Economici Olli Rehn che parla di «obiettivi non rispettati» da parte del governo.

Grande attenzione anche a quello che accade nei partiti e soprattutto nel Pd alle prese con gli ultimi giorni di campagna elettorale per le primarie.

Anche Silvio Berlusconi pensa alla campagna elettorale ma a quella per le elezioni europee. Non essendo più candidabile in Italia per gli effetti della legge Severino, si torna a parlare della possibilità di una sua candidatura in un altro Paese europeo (per Repubblica il leader di Forza Italia sta valutando l’ipotesi di candidarsi in Ungheria mentre per Libero è più probabile la Bulgaria). Facile prevedere le ironie del web sul nome della lista.

Sulla legge elettorale tutti i giornali sono scettici sulla capacità della politica di trovare una soluzione (in controtendenza solo il costituzionalista Stefano Ceccanti su Europa).

I giornali sembrano già aver dimenticato la tragedia di Prato tranne il Fatto che, oltre a farne il titolo di apertura, offre un approfondimento adeguato. Sul tema interviste al segretario della CGIL Susanna Camusso e al ministro del Lavoro Giovannini.

 

Approfondimento

Colloquio Napolitano-Letta. «Si riparte da una nuova agenda con giustizia e immigrazione» così il Corriere sintetizza nel titolo l’esito del colloquioSecondo il quirinalista Marzio Breda, Napolitano ha chiesto al premier di ridefinire l’agenda del governo inserendo pochi punti ma che ottengano «fatti e risposte concreti». Da notare che sui giornali non viene ancora utilizzata l’espressione “la fase due che in genere segna l’inizio della fine del governo.

Per Stefano Folli (Sole 24 ore) la verifica parlamentare dovrebbe essere l’occasione per il premier Enrico Letta per stipulare un patto di un anno con Renzi con pochi punti. Lo stesso Folli non è molto ottimista sull’operazione e ricorda che in passato «i governi bis nati da uno stato di necessità raramente hanno avuto fortuna» (e cita l’esempio del «governo-fotocopia» del 1982 di Spadolini «che si dimise e riottenne l’incarico senza cambiare un solo ministro. Duro pochi mesi»).

Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, usa come sempre toni molto aspri contro Napolitano e lo fa anche questa volta dedicandogli il titolo: «Napolitano fa lo gnorri» (in quanto, secondo Sallusti, sarebbero state le dimissioni del premier l’epilogo naturale del mutato quadro politico). Fabrizio de Feo, sempre sul Giornale, parla di «aria di rimpasto di governo» poiché Renzi, dopo le primarie, vorrà ridurre la rappresentanza ministeriale del partito di Alfano. Sul Nuovo Centrodestra, da segnalare anche un‘intervista sul Messaggero al ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, il politico che più di tutti ha contribuito a dare una cornice teorica al nuovo partito di Alfano. Intervista dai toni ultimativi del tutto inusuali per il ministro: «Intesa subito dopo l’8 o il governo può andare a casa».

Legge di stabilità. Andrea Bonanni da Bruxelles intervista il Commissario finlandese Olli Rehn che si dice molto scettico sul governo italiano («ho ancora l’incubo del 2011»). «Non state rispettando l’obiettivo: ora ci vogliono privatizzazioni e spending review» ha dichiarato inoltre il Commissario Europeo. L’intervista non giova alla salute del governo anzi probabilmente servirà a rafforzare gli umori anti-europei, anti-euro e anti-politica economica dell’UE. È Il Fatto a riassumere in un articolo di Stefano Feltri, tutte le posizioni euroscettiche delle varie forze politiche.

Una critica all’assetto attuale politico-economico dell’Europa è quella del prof. Giovanni Sartori riportata nell’editoriale di oggi sul Corriere. Sartori parla di «Unione Europea doganale» come «unico modo per uscire dalla crisi di disoccupazione».

Repubblica propone un’intera pagina molto ben fatta sul disegno di legge del governo sulla riforma delle province. Analisi del ddl corredato da una grafica accattivante che spiega quanto costano le province, composizione delle nuove aree metropolitane e risparmi previsti. Sempre sulle province il Fatto, invece riporta i malesseri, più o meno espliciti, dei politici che si oppongono. Per quanto riguarda l’Imu, Mattia Feltri sulla Stampa mette insieme tutte le prese di posizione sull’Imu negli ultimi mesi da parte dei principali esponenti (dal Presidente del Consiglio in giù). Una delle firme del settore economia del Giornale, Gianbattista Bozzo, parla di «rischio batosta su IVA e accise per risolvere il pasticcio Imu» (naturalmente i giornali di centrodestra, oramai in campagna elettorale, non perdono occasione per bastonare il governo attaccandolo sulla legge di stabilità. Libero in particolare prende di mira il ministro Saccomanni a cui dedica il sobrio titolo a tutta pagina: «Mandatelo a casa». Occhiello: «Saccomanni incapace»

Tragedia di Prato. Il giornale che da più spazio è il Fatto non solo perché ne fa il titolo di apertura ma anche per il reportage sul business legato a questa nuova forma di schiavitù. Sulla questione c’è un altro aspetto su cui oggi riflettono i quotidiani ed è l’assenza dei sindacati nella tutela dei lavoratori cinesi. Per l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiamo, intervistato dal Fatto, la situazione in Italia è «come quella del Bangladesh» e «i sindacati sono assenti». Se ne rende conto Susanna Camusso che, intervistata da Rinaldo Gianola sull’Unità, ammette che «Quei morti sono una sconfitta del sindacato». Alessandro Sallusti opera un link, a dir la verità un po’ spericolato, fra la tragedia di Prato e le condanne di un giornalista per diffamazione e della Santanchè per aver manifestato senza permesso contro l’uso del burqa da parte delle donne arabe che vivono a Milano. Il link consisterebbe nel fatto che, secondo Sallusti,  le Procure si occupano delle questioni minime e non dei grandi problemi.

Pd. Antonio Funiciello, responsabile Comunicazione del Pd e sostenitore di Matteo Renzi, sul Foglio indica «21 ragioni perché i nostalgici della sinistra medioevale non capiscono Renzi». Pippo Civati è intervistato da Monica Guerzoni sul Corriere mentre Maria Teresa Meli parla delle «condizioni di Renzi per la fiducia». Il sindaco di Firenze è determinato a imporre l’agenda del Pd già dal giorno dopo la vittoria ma senza aprire le ostilità con il governo. Danno tutti per scontato che vincerà Matteo Renzi e allora il problema è “come” vincerà cioè quale sarà l’affluenza? Il numero secondo tutti i sondaggi è in discesa rispetto alle ultime primarie e già si parla di flop se sarà inferiore al milione e mezzo.

Gianni Cuperlo, intervistato da Goffredo de Marchis su Repubblica, riprende un parallelo con il primo governo e «avverte» Renzi: «Basta giocare sul governo: non ci sto a imitare la Dc». Cuperlo ricorda quando, nella prima repubblica, c’era un democristiano al governo e i più insidiosi avversari erano assiepati non negli altri partiti ma nella stessa Dc.

 

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