7 Gen 2014
RASSEGNA STAMPA: I “pillow talks” della Pascale spaccano Forza Italia
di Giuseppe Licinio (AG.RF 07.01.2014 ore 14.12)
(riverflash) –
Sommario
I temi principali trattati dai quotidiani oggi sono l’economia (in particolare la fiscalità e l’operato del ministro Saccomanni) e la riforma elettorale.
Sul ministro Saccomanni e sulla sua poca disponibilità a modificare gli accordi presi con Brussels sul vincolo del 3% si dedicano tre quotidiani: Repubblica, Foglio e Giornale. Libero chiede le dimissioni di Saccomanni ma questa non è più una notizia.
Il Corriere dedica invece l’apertura alla riforma elettorale («La mina del modello spagnolo») e le interviste più interessanti sono a Maria Elena Boschi sul Messaggero e Paolo Gentiloni sull’Unità (entrambi renziani). Il Sole 24 ore pubblica il parere del prof. D’Alimonte sulle tre proposte di Renzi in tema di legge elettorale.
Unioni civili. Benedetto della Vedova di Scelta Civica, intervistato dal Manifesto, sollecita una legge a riguardo.
Partiti. La notizia, data ieri da Repubblica, dell’esistenza di una “black list” stilata da Berlusconi con i nomi di esponenti di Forza Italia da non mandare in TV perché troppo rissosi, non è stata ripresa dagli altri quotidiani. Ci sono, però, diversi articoli (ad esempio sul Messaggero e sul Mattino) che descrivono le faide in corso dentro il partito soprattutto per la nomina di alcuni coordinatori regionali suggerite a Berlusconi dalla fidanzata Francesca. Per quanto riguarda il Pd, più commentatori concordano nel sostenere che le dimissioni di Stefano Fassina vanno inquadrate in un regolamento di conti interno al partito e in particolare fra Fassina e Cuperlo per la conquista della leadership anti-Renzi. Da registrare un’offensiva mediatica di Cuperlo intervistato da Repubblica e dal Mattino.
Esteri. Si aggrava la situazione siriana (approfondimento di Daniele Rainieri sul Foglio) mentre una buona notizia proviene dalla Tunisia dove è stata sancita in costituitone la parità fra uomo e donna (si raccoglie così un frutto della primavera araba).
Approfondimento
Governo. Marco Galluzzo sul Corriere ci informa che il premier ha dato il via libera agli incontri con i partiti della maggioranza al fine di stipulare un “contratto di governo”. Letta «attende che tutti mettano nero su bianco le loro proposte» scrive Galluzzo (e questa, aggiungiamo noi, è una mossa molto astuta perché impedirà ai partiti di giocare con le parole e li inchioderà agli impresi presi). La Stampa fa il titolo di apertura proprio sul contratto di governo: «Patto entro venti giorni ma non sarà un patto alla tedesca: avrà una formula originale nel metodo e nei contenuti». Di questo contratto, scrive però Martini, a oggi non si sa conosce «né un calendario di incontri, né un metodo, né un canovaccio». L’unica cosa certa è questo contratto includerà anche una nuova legge elettorale, tema su cui Renzi ha speso la faccia. Altro tema sarà l’economia (su due fronti: riforma degli ammortizzatori sociali ed elasticità sul vincolo del 3% da chiedere all’UE).
Il “Job act” a cui sta lavorando lo staff di Renzi, pur non essendo ancora pubblico, è già oggetto di dibattito. Il segretario della CGIL, Susanna Camusso, sulla Stampa indica quali sono i provvedimenti da cui il “job act” non potrà prescindere: «tutele a tutti, compresi i precari» e «cassa integrazione per tutte le dimensioni d’impresa».
Ma oltre questi grandi temi oggetto del contratto, il premier Enrico Letta, scrive Francesca Schianchi sulla Stampa, dovrà stare attento anche alle insidie del calendario parlamentare che a gennaio prevede la discussione del decreto mille proroghe, di quello sul finanziamento pubblico ai partiti e quello sull’eliminazione delle province (per non parlare del decreto “svuota-carceri” e del pacchetto “destinazione Italia”). Il Giornale, con Laura Cesaretti, parla di una «trappola» preparata da Letta e Alfano ai danni di Renzi che consisterebbe in una «defatigante mediazione sul contratto di governo e soprattutto a rallentare il più possibile la corsa verso la riforma elettorale».
Economia. Il Foglio commenta le frasi del ministro Saccomanni raccolte da Repubblica ieri e soprattutto l’indisponibilità a mettere in discussione il vincolo del 3%. L’editoriale anonimo del Foglio, invece, riprendendo una tesi di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi pubblicata dal Corriere, sostiene che uno sforamento subito del deficit (per ridurre le imposte sul lavoro) è fattibile se compensato da tagli della spesa e da riforme coraggiose nell’arco di un triennio.
All’esistenza comunque di un piano di riduzione di spese (a prescindere dallo sforamento del vincolo del 3%), dedica l’apertura Repubblica: «Spending review, ecco il piano». Segue elenco degli sprechi dei ministeri su cui interverrà Carlo Cottarelli, commissario alla spending review. È Federico Fubini a elencare, con amaro realismo, li sprechi della pubblica amministrazione e le difficoltà che Cottarelli incontrerà.
Riforma elettorale. Il Corriere dedica al tema il titolo di apertura e le prime due pagine, inclusa un’intervista al ministro Lupi che si dichiara «assolutamente contrario all’adozione del sistema spagnolo» perché foriero di un «bipartitismo fuori dalla realtà». Renzi, secondo quanto racconta Francesco Bei su Repubblica, sembra preoccuparsi poco delle minacce di Lupi e continua a mantenere i contatti con gli uomini di Forza Italia delegati da Berlusconi a trattare sulla legge elettorale (Verdini, i capigruppo e i loro vice, più Donato Bruno e Francesco Paolo Sisto). «Dei litigi fra Alfano e Berlusconi non ci interessa niente» avrebbe detto Renzi. Proprio quello che teme Letta: «una tenaglia fra Berlusconi e Renzi per mettere con le spalle al muro Alfano».
Unioni civili. Benedetto della Vedova di Scelta Civica, intervistato dal Manifesto, chiede una legge sulle unioni civili che «riconosca giuridicamente le coppie omosessuali» e che quindi ci «metterebbe al passo con il resto dell’Europa». Pier Luigi Battista sul Corriere rivendica l’importanza di questa legge perché tale diritto è oramai «tutelato in tutti i Paesi liberal-democratici». Anche a costo che la maggioranza su questo tema non coincida con quella di governo.
Partiti. Grande scalpore per la decisione del M5S di non partecipare alle elezioni regionali sarde. Perfino il Fatto che certo non può definirsi “ostile” al M5S, parla di “gran pasticcio sardo” con profonde spaccature al proprio interno. La spiegazione del M5S è che, in Sardegna, non sono ancora pronti. Una decisione che, in teoria, potrebbe pure fare onore a Grillo, perché non esiste nessun obbligo a presentarsi alle elezioni ammnistrative se si ritiene di non avere le candidati qualificate per ricoprire l’incarico di consigliere regionale.
Le divisioni sono presenti non solo nel M5S ma anche nel Pd. «La vecchia guardia Ds mastica fiele e medita vendette anti-renziane» scrive Salvatore Merlo sul Foglio. Divisioni ci sono anche fra gli oppositori di Renzi per il riconoscimento di leader anti-renziano.
Su Forza Italia diversi articoli raccontano il crescente potere della fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale, nella scelta degli uomini chiave del partito («Forza Italia, il fattore Francesca scatena la rissa», scrive il Messaggero). Minacce di scissione in Campania, Calabria e Veneto per i nomi imposti dalla Pascale come coordinatori regionali. Pillow talks alla napoletana.
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Pubblicato il 10-03-2014 alle 23:48
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