AG.RF. 02.06.2014 di Giuseppe Licinio
“riverflash” – Ce n’è per tutti, nessuno escluso. Matteo Renzi va giù duro contro la Rai, ad iniziare dal direttore generale Gubitosi, fino ai dirigenti e i dipendenti. Il premier ha commentato lo sciopero dei dipendenti della tv pubblica, dal palco del Forum dell’Economia a Trento, con queste parole: “Vogliono fare lo sciopero? Lo facciano ma poi andiamo a vedere quanto costano le sedi regionali”. Il messaggio è rivolto soprattutto al dg Luigi Gubitosi (che non viene però mai nominato espressamente), il quale starebbe progettando di tagliare i 150 mln previsti dal decreto Irpef; l’accusa è quella di non averlo ascoltato: “ se io lavorassi in Rai come dirigente fossi nel gruppo, ascolterei il mio azionista e cioè lo Stato e rifletterei se il mio azionista mi chiedesse di riorganizzare le sedi regionali e di vendere un pezzo di Rai Way (la società che detiene le torri di trasmissione), anche perché questo non avviene all’improvviso ma dopo lunghe conversazioni in merito; Gubitosi invece sta pensando solo a non tener conto delle indicazioni contenute nel decreto e per questo penso che la polemica sui tagli, nasca da un finto problema perché nessuno ha chiesto tagli ai programmi Rai e ai contenuti”.
Renzi sta pensando soprattutto ad un piano di rientro e quindi di risparmio dei costi: tanto per fare un esempio, la troupe di giornalisti e tecnici inviati ai mondiali in Brasile è già stata ridimensionata, passando da 44 inviati previsti a 17. Inoltre, gli 8 mln di spesa previsti per l’evento, sarebbero diventati 3. E ancora: i dirigenti Rai starebbero lavorando a una riorganizzazione delle testate giornalistiche e a un ridimensionamento dei telegiornali: meno inviati, meno dirette e solo collegamenti. E si arriverà anche allo scioglimento del contratto con Google che dal 2008 aveva la licenza di pubblicare su Youtube estratti delle trasmissioni e rammenta di aver dato alla Rai due possibilità: “riorganizzare le sedi regionali o vendere una parte di Raiway, che non è decisiva ai fini del suo funzionamento”. Il premier non comprende quindi i motivi dello sciopero, mentre arriva tempestiva la risposta del presidente della commissione di Vigilanza della Rai, Roberto Fico: “I dipendenti Rai fanno bene a protestare ma dovrebbe protestare tutto il Paese che si vede portare via un asset strategico come Raiway; per quanto mi riguarda, ritengo che i 150 milioni di tagli nascondano la svendita di un asset strategico come Raiway: ciò va sottoposto all’attenzione dell’opinione pubblica”.
Renzi ha parlato anche dei conduttori televisivi, trovando “singolare” il fatto che facciano domande, assumendo le parti dell’azienda, “ visti gli effetti perversi della politica sulla Rai: i direttori del Tg1 non dovrebbero avere come riferimento il Pd o chi vince le elezioni ma l’azienda dovrebbe essere fatta da professionisti e dovrebbe avere una governance e in questo senso si può costruire anche se la strada è lunga”. Non è stato certamente avaro di parole il presidente del Consiglio in merito alla Rai e liquidando la questione dello sciopero con “ce ne faremo una ragione”, ha anche scherzato sulla questione, concludendo così il suo discorso: “peccato che lo sciopero sia fissato per l’11 giugno, se fosse stato nella settimana elettorale avrei guadagnato due punti, al posto del 40.8% avrei preso il 42.8%…”.
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