LONDRA (RIVER FLASH)- Inghilterra, patria della birra. Questo, almeno è quello che rispecchia l’immaginario britannico all’estero. Ed in verità se vi doveste ritrovare a frequentare alcuni degli innumerevoli pub di Londra non rimarreste certo delusi. Dalla Guinness alla Forst e perfino la birra al Sidro, l’elenco delle birre alla spina è molto variegato, a cui va aggiunto quello delle imbottigliate (che si contendono il mercato con Germania e Belgio), oramai conosciutissime anche in Italia.
In Inghilterra quello della birra è non solo un piacere ma un vero e proprio rito. Chi vive a Londra avrà sicuramente notato che a fine giornata lavorativa, in particolare il venerdì, non è raro incontrare gruppi di colleghi intenti a rilassarsi davanti ad una buona pinta di birra, magari accompagnata da frites o fish ‘n chips. Come in una vera tradizione.
Quello che non tutti sanno però è che l’Inghilterra è uno dei paesi con i maggiori controlli riguardo l’alcool. I supermercati sono contrassegnati da cartelli che avvisano la clientela che al di sotto dei 25 anni è vietato l’acquisto di alcool e alla cassa spesso e volentieri chiedono di mostrare un documento d’identità che attesti l’età dichiarata in caso di acquisto di alcoolici.
Altra questione riguarda il rilascio delle licenze nei locali pubblici per la vendita. Non è sempre è così semplice ottenere il benestare dello Stato. Se nella tua zona di vendita ci sono già molti locali in cui si può fruire di alcool è molto probabile che tu sia lo sfortunato che non potrà ottenere la licenza in questione. Per questo motivo molti bazar ed alimentari hanno vicino le loro insegne la scritta “OFF LICENSE”, per informare la clientela che in quel posto è possibile acquistare alcolici, cosa che in Italia daremmo del tutto per scontata o quasi.
Inutile dire che i commercianti cercano in ogni modo di “indurre in tentazione” i papabili clienti con promozioni alquanto vantaggiose. Solo ieri camminando nel quartiere di Kilburn mi sono imbattuta in almeno 4 proposte di pinte a prezzi che partivano da £1,20 fino a £4, molto più che vantaggiosi rispetto all’Italia.
Il governo di Cameron però non ci sta ed ha iniziato una vera e propria “caccia alle streghe”. A partire dal
1 gennaio 2014 il Primo Ministro inglese ha deciso di introdurre un prezzo minimo di 40 pence (48 centesimi di euro) per unità alcolica, ovvero per ogni grado percentuale di alcol contenuto in una bevanda, venduta nei supermercati. Tradotto in termini pratici, significa che l’aumento dei prezzi è destinato ad essere avvertito in maniera più significativa su vini e superalcolici come vodka, whiskey e brandy, ma tocca da vicino anche le vendite di birre e sidro in grandi quantità. Non a caso le contromisure studiate da Cameron prevedono anche il divieto di offerte sull’acquisto combinato di alcolici, molto popolari in Inghilterra, con numerose promozioni che consentono di comprare due bottiglie al prezzo di una.
Si prevedono tempi duri per gli amanti della birra e non solo.
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