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QUANDO SI ASCOLTAVA LA MUSICA ROCK DI «QUADROPHENIA»

quadrophenia the whodi Francesco Angellotti  (AG.RF 12.12.2014) ore 23:27

(riverflash) – Quand’ero ragazzino, con l’intento di diventar “grande”, ho cominciato a cercare l’Emancipazione volgendo anche nella musica un’alternativa all’impostazione con la quale venivo “tirato su”. Che poi, i complessi che passavano erano quelli portati che in discoteca erano insigniti dal “successo”: Rolling Stones, Jethro Tull, Santana, Yes, Pink Floyd, Led Zeppelin, tanti altri tutti grandissimi, che facevano spettacoli in tutto il Mondo scatenando il le Osanna dei fans. Tra questi nomoni c’erano gli Who, un gruppo inglese che suonava musica bellissima e trascinante.

 Io, da ragazzino, mi affascinai alla loro musica che sentivo da amici che cercavano di darsi tono di emancipati e, tutto convinto, rimediata qualche lira in più, andai alla discoteca vicino casa per comprarmi il disco doppio degli Who, Quadrophenia. Era in bianco e nero, all’interno c’erano tutte fotografie dei vari momenti della vita del protagonista, ma quel che più conta è la musica: bellissima e suonata benissimo, del tutto nuova per me, che immaginavo bisognasse portare avanti la Rivoluzione dei valori.

   Capire l’ho capito poco, perché allora l’inglese non lo masticavo molto (invece adesso!?!), ma il contenuto l’ho filtrato come sintomo di Cambiamento ed Innovazione.

   Vicende della vita, mi hanno portato a vivere a Terni, città credevo anonima che ho avuto modo di scoprire stupenda e carica di bagaglio intellettuale, anche se credo sia eccessivamente chiusa in se stessa e non propensa ad allargare il suo bagaglio. Comunque, presso il cinema Politeama, che è l’unico centrale nella città, sono particolarmente attivi nella ricerca e nel proporre riprese importanti, testimonianze di vita e ragionamenti impegnati: di grandi autori ma anche di personaggi alternativi.

   Ho scoperto che, dopo 35 anni dalla sua edizione, veniva riproposto Quadrophenia, ideato, suonato ed interpretato dagli Who, con testo recitato chiaramente in italiano. Voi pensate bene che potevo farmelo scappare? Cosa vorrà dire ancora la storia suonata, dopo 35 anni passati tra rivolgimenti e mutazioni sociali?

   Curioso ma appassionato sono andato al cinema, anche perché sentivo che sarei stato inondato almeno dal sentimento di languore, assistendo ad un film che mi riportava al periodo ed alle problematiche, all’impulso e alla voglia di creare che avevo da ragazzino. Adesso, certo, sono lanciato sempre verso il Futuro, ma con una preparazione diversa ed una ponderatezza più matura; come avrei assorbito un testo fatto per i giovani, apprezzato da giovane? Certo, con nostalgia; ma poi?

   Il “poi” è stato magnifico ed esaltante, per quanto poco allegro ed anzi degenerante. Praticamente, per coloro che non conoscono la storia, le scene rappresentano le vicende di un giovin pulzello, sbattuto in società senza basi e  alcun retroterra, oscurato da un comportamento convenzionale e schiacciato nel conformismo; la reazione è quella, istintivamente, di creare un’alternativa, ma non sapendo dove andare a sbattere qualsiasi antitesi era valida per contrastare il Mondo che imponeva i suoi principi. Quindi, senza raziocinio ed in preda a violento contrasto verso l’oppressione, lo sfogo portava a riunirsi in gang di motociclisti contrastanti tra loro a livello delinquenziale, a cercare sconvolti il sesso che non s’avvicina mai all’Amore (pur adombrando tentativi vani e puerili), attuando forme anticonvenzionali ricercate come valore a sé e non ragionate, l’abitudine agli acidi o alle anfetamine, che vengon cercate per liberarsi dalle strutture e dall’oppressione ma che costituiscono presto una schiavitù.

   Praticamente, ad una situazione mortificante di qualsiasi valore e schiacciante di qualsiasi personalità, la reazione che si contrappone è del tutto squilibrata, senza coerenza e senza indirizzo. Per cui viene presto strumentalizzata e la rivolta al Costume da Bravi e per Bene porta all’alienazione, all’autodistruzione ed a demolire la dinamica costruttiva, annientando tutto quel che si trova innanzi con la violenza e gli acidi: unico scoglio a cui aggrapparsi.

   Un’esistenza del genere, senza doverci ragionare troppo, dove può portare? L’istinto di distruzione delle strutture e del conformismo, seguendo la sua linea di principio, porta alla distruzione di qualsiasi valore perché affermata in modo scoordinato, quindi, alfine, alla distruzione di se stessi.

   Quindi l’ultimo evento, conseguenziale a tutte le cause vissute violentemente, porta alla fine del protagonista che, scappato con una moto rubata, si trova su una altissima e ripida scogliera, e capisce che l’atto seguente non può essere che quello di volare sugli scogli: Basta!

   Così si butta nell’Aria dell’Essenza (definizione non casuale), finisce il Dramma, finiscono i Dissidi, le Incomprensioni, le Convenzioni, le Frasi Fatte, l’Educazione, il Rispetto, l’Umiliazione, il Servilismo, le Ingiustizie, gli Affari puliti e sporchi, la Polizia, l’Oppressione, la Violenza fatta e ricevuta… tutto, finisce Tutto. E finisce pure lui che si butta con la moto a 1 000 all’ora giù dagli scogli e, sfracellandosi, conclude quel che con terrore ed infingardaggine si è affermato nell’Esistenza.

   Lo svolgimento dei fatti è questo, ma il senso bisogna cercarlo. Non è, io trovo, una morte eroica, donata per un ideale umano ed altruista, per il bene di se stessi o di altri, una fine di fronte a cui ci si può solo che inchinare o, almeno, rispettare (mi ricollego al discorso sull’Eutanasia, ma lo abbiamo già svolto su questa testata).

   No signori, il discorso della morte del protagonista rappresenta la vicissitudine che distrugge qualsiasi spunto e qualsiasi convenzione, che son troppo vili e viscide per sussistere, ma non hanno la capacità di creare una reazione che valga la pena di seguire. Viscida nella sua meschinità, la Vita finisce, facendo trionfare la Negatività dell’Essere,  s’innalza la realtà del Non Essere: perchè lo squallore della Vita non ha una Dimensione Dinamica ma è schiacciata dalle sovrastrutture create dall’Evoluzione Umana.

   E’ una visione distruttiva dei Valori e dell’Essenza in cui l’Umanità si vela. Dite che è una un’ottica pessimistica? A me non pare.

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