AG.RF 29.01.2014 (ore 15:25)
(riverflash) – La protesta lascia i confini dell’Ucraina. In città storiche della zona vicina alla Polonia, quale Leopoli, non si accetta l’ingerenza russa negli affari di Stato dopo aver festeggiato negli anni ’90 la secessione dall’URSS e il recupero della sovranità. Altre città, come Donetsk, invece, vedono di buon occhio il ritorno nell’orbita della Russia e l’allontanamento dall’Europa.
A Bruxelles due attiviste dell’associazione «Femen» hanno manifestato a seno scoperto in segno di protesta in occasione del vertice bilaterale con la Russia. Le manifestanti imitavano Stalin e Putin. Una con la giacca da generale dell’Armata Russa aperta sul davanti e con baffi posticci sotto al naso, l’altra a torso nudo con i capelli biondi raccolti in un berretto mimetico stile militare.
Le due Femen hanno chiesto all’Unione Europea di non trattare con Mosca, denunciando le ingerenze del governo russo nella crisi in Ucraina: “I servizi segreti e le forze speciali russe, travestiti da poliziotti ucraini, stanno partecipando attivamente alla repressione dei manifestanti nella piazza dell’indipendenza a Kiev”.
Le manifestanti hanno chiesto all’Europa di riconoscere le responsabilità russe nell’escalation di violenza in Ucraina. L’associazione «Femen» in Ucraina ha dovuto chiudere la sua sede a Kiev e ha trasferito il suo quartier generale a Parigi.
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