Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

PROMESSE NON MANTENUTE DA GIUSEPPE CASTIGLIONE LASCIANO SENZA SOLDI L’IPPICA

giuseppe castiglioneAG.RF 20.07.2016

(riverflash) – Giuseppe Castiglione è un politico che crea spesso problemi. Galleggiando nelle varie formazioni del centro-destra. Nel 1999 venne condannato in via definitiva a due anni di reclusione per per le tangenti all’Ospedale Garibaldi di Catania. Parlamentare Europeo, nel 2004, venne nominato nel 2009 coordinatore del PdL in Sicilia. Una carriera politica che avanza a dispetto degli scivoloni. A novembre 2013 Castiglione aderisce al NCD di Angelino Alfano e pochi mesi dopo viene nominato sottosegretario alle Politiche agricole anche nel governo Renzi. Una croce per l’ippica, già flagellata da Panzironi, in galera per come ha amministrato l’AMA.  Giuseppe Castiglione nel giugno 2015 viene indagato sull’appalto per la gestione del Cara di Mineo. Chiedono le sue dimissioni M5S, Lega Nord e SEL, ma il Governo lo difende con l’appoggio di Forza Italia. La parola magica è ALFANO, leader di un partito che non c’è visto l’esito delle amministrative, ma che tiene in piedi l’esecutivo Renzi grazie a un gruppo di sen atori ex-berlusconiani.

Purtroppo per il comparto ippico, nessuno ha revocato a Castiglione l’incarico di sottosegretario al MiPAAF e oggi pubblichiamo con dispiacere il comunicato di Federippodromi. Dispiacere perché non vengono pagati i premi a chi vince e si piazza nelle corse dal dicembre 2015, ma i proprietari delle scuderie deevono pagare chi accudisce e allena i loro cavalli.

Questo il comunicato di Federippodromi emesso ieri, 19 luglio:

La scrivente Associazione, dopo aver lanciato un grido di allarme lo scorso 4 luglio relativamente ai pagamenti dei corrispettivi spettanti alle Società di Corse, che sono fermi al dicembre 2015, deve ritornare sull’argomento per ribadire e rafforzare quanto già affermato.

Le promesse fatte dal sottosegretario CASTIGLIONE puntualmente NON si sono verificate e le notizie che giungono dal ministero in queste ore fanno presagire che fino in autunno (come avevamo nostro malgrado già previsto) non vedranno il pagamento di nemmeno 1 euro del 2016.

Come avevamo già detto e qui ribadiamo, la lunga e travagliata definizione della natura giuridica del “rapporto convenzionale”, che ha portato alla unilaterale decisione ministeriale di considerare quale “sovvenzione” la quasi totalità delle erogazioni a favore delle Società di Corse, ha avviato un percorso formale molto difficoltoso e dagli esiti ancora incerti, che si sta manifestando in tutta la sua interezza, peraltro subjudice al giudizio di merito del Tribunale Amministrativo.

Le Società di Corse nel frattempo hanno adempiuto, o lo stanno facendo in questi giorni, a quanto previsto dalla farraginosa e incomprensibile procedura, presentando costose fidejussioni a garanzia di crediti già ampiamente e legittimamente maturati, dopo aver sostenuto oramai sette mesi di attività non ancora remunerata. Sono stati chiesti numerose volte incontri (e il tavolo tecnico? Promesso anche quello, poi non mantenuto, come sempre) per poter valutare aspetti tecnici e procedurali del rapporto contrattuale, non siamo stati degnati nemmeno di una risposta, e come noi tutte le altre associazioni degli ippodromi. Riteniamo tale atteggiamento gravissimo, in particolare per una struttura pubblica che, all’opposto, dovrebbe fare della trasparenza la propria bandiera.

Un settore produttivo come il nostro non può restare di fatto vittima dei tempi e delle inadempienze di una Pubblica Amministrazione, non possono le nostre Aziende chiudere a causa di crediti non riscossi e nel contempo dover garantire gli stessi perché il meccanismo incomprensibile della Pubblica Amministrazione non è in grado di pagare con tempistiche ragionevoli e coerenti con i normali flussi finanziari che caratterizzano le nostre attività e le nostre Aziende.

Si legge in queste ore di “situazioni esplosive” o di presidi programmati, o di altre iniziative per far conoscere la gravissima situazione del settore. Sono tutte condivisibili, e qui vogliamo sottolineare che questa situazione è il naturale sbocco di scelte che ha operato il Ministero, che porteranno alla chiusura del settore prima che possa essere messa in pratica la riforma voluta recentemente dal Parlamento.

Chiediamo che il Ministro Martina intervenga con la massima celerità e non lasci più il nostro settore senza guida, nelle mani di una struttura che dimostra con le proprie azioni (o inazioni) quotidiane di non rendersi conto della situazione di gravissima emergenza che sta attraversando.

Roma, 19 luglio 2016

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*