5 Ago 2013
PROGRESSI IN ONCOLOGIA MEDICA >>
di Lauretta Franchini (AG.RF.05.08.2013)
(riverflash) – La biologia molecolare e la genetica ci hanno consentito di conoscere meglio il cancro, rendendo possibili nuove terapie. Ciò che tutti i tumori hanno in comune sono gli oncogeni. Questi geni appartengono al DNA della cellula o a quello dei virus cancerogeni.
Alcuni oncogeni, detti dominanti, sono presenti ma inattivi nella cellula normale. La loro attivazione scatena la cancerogenesi, ad opera per esempio, sotto l’effetto del fumo di tabacco, dei raggi X o Uva.
Altri oncogeni, detti soppressori, finché funzionano normalmente preservano la cellula normale dalla cancerogenesi. La minima alterazione, per mutazione o delezione, produce il cancro a causa della perdita dell’autocontrollo cellulare.
L’oncogeno soppressore più noto è il gene p53, che produce la proteina p53. Una sensibile riduzione dell’attività di questa proteina è presente in numerose neoplasie.
Si conoscono altri oncogeni soppressori dei tumori del rene, del seno, del polmone o del colon. I medici hanno osservato da tempo che i tumori diventano resistenti ai farmaci antitumorali. In laboratorio, le cellule neoplastiche ridiventano sensibili a una sostanza, la bleomicina, quando ricevono una scarica elettrica. Il meccanismo di resistenza è stato così spiegato: dei geni si attivano e le proteine da loro prodotte bloccano l’ingresso dei farmaci nelle cellule. E’ per questo che quando un tumore non risponde alla terapia viene praticato un test di resistenza ai farmaci, che consente di individuare i farmaci cui è impedito l’ingresso nella cellula.
Quando il DNA è stato lesionato da sostanze tossiche, da raggi X o da virus, la proteina prodotta dall’oncogeno p53, per esempio, rallenta la prima fase di divisione cellulare. Questo lasso di tempo permette alla cellula di riparare lei stessa i danni del DNA e di riprodurre materiale genetico normale.
Quando la proteina p53 è indebolita o attivata da una mutazione, questa riparazione non ha più luogo e la cellula produce un DNA anomalo, inizia così il processo di cancerogenesi. Le terapie classiche restano la scelta di base, ma le nuove tecnologie completano e migliorano la loro efficacia. Due linee di intervento sembrano particolarmente promettenti: aiutare l’organismo a distruggere da solo il tumore attraverso il sistema immunitario, non più uccidere ma rinormalizzare le cellule cancerogene.
La cura del cancro si riavvierà dalla genetica e dalla biologia molecolare. La lotta è ancora lunga e dura ma, continuiamo a combattere! Insieme alla terapia oncologica specifica, ricordiamo che un il sistema immunitario funziona bene se l’individuo, non è depresso, se affronta le sfide della vita con grinta ed ottimismo e se è capace di porsi positivamente di fronte all’ignoto. La neoplasia cambia e trasforma le persone, sia fisicamente che psicologicamente ma non in peggio, insegna ad apprezzare o rivalutare molti aspetti e valori della vita stessa, molto spesso sottovalutati!