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PROCESSO ETERNIT: CONDANNA DI 18 ANNI PER SCHMIDHEINY

REGGIO EMILIA (RIVER FLASH)- E’ stato condannato a 18 anni il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, nel processo di appello Eternit sulle vittime dell’amianto.

I giudici hanno esteso la responsabilità dell’imputato proanche per gli stabilimenti di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).

Il giudice ha stabilito che il periodo in cui gestì la Eternit va dal giugno del ’76, per gli stabilimenti di Casale (Alessandria), Cavagnolo (Torino) e Bagnoli (Napoli) e dall’80 per quello di Rubiera (Reggio Emilia), e arriva fino al giugno dell’86 per Casale e Cavagnolo, fino all’85 per Bagnoli, fino all’84 per Rubiera. L’imputato è stato quindi assolto per il periodo che va dal giugno del ’66 al ’76 per non aver commesso il fatto. Resta penalmente responsabile per gli anni seguenti.

La Corte ha deciso di non doversi procedere per morte del reo nei confronti del barone belga Louis De Cartier, deceduto all’età di 92 anni il 21 maggio scorso. Schmidheiny è stato condannato per disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche dalla Corte di Appello di Torino.

Il Comune di Rubiera percepirà come provvisionale due milioni di euro. Lo ha stabilito il giudice Alberto Oggè durante la sentenza del processo Eternit. La Regione Emilia Romagna prenderà 350mila euro, 70mila euro andranno al Wwf, 100mila al Wwf e all’Associazione italiana esposti amianto, altri 100mila euro all’Afeva, Associazione familiari e vittime amianto.

“Speravamo che venisse recepita la nostra motivazione di ricorso. Il Comune di Rubiera si era costituito parte civile per danni ambientali e assoluta assenza di presidi di sicurezza per i lavoratori”, una chiara “violazione dei diritti costituzionali”. Così il sindaco di Rubiera (Reggio Emilia), Lorena Baccarani, commenta la sentenza che riconosce il reato di disastro ambientale doloso anche aRubiera e Bagnoli, escluse in primo grado.

Le vittime riconosciute nella cittadina emiliana sono 47, a fronte di una fabbrica arrivata a impiegare contemporaneamente un massimo di 108 persone, con un forte ricambio di operai negli anni. Ma la strage non si è fermata con la chiusura dello stabilimento, avvenuta nel 1992. Ancora oggi, ogni anno diverse persone si ammalano di mesotelioma, tumore legato all’amianto con una latenza molto lunga, fino a trent’anni.

FT AG RF 4.6.2013

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