AG.RF.(MP).29.12.2015
“riverflash” – La mortalità per Asma e BPCO a causa dell’inquinamento atmosferico è in aumento: servono quindi provvedimenti politici e un approfondimento della ricerca scientifica. A lanciare l’allarme è stato il prof. Roberto W. Dal Negro, Referente Scientifico e Fondatore del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona, in riferimento alla qualità dell’aria di questi giorni, nelle città italiane. Recenti studi epidemiologici hanno messo in evidenza le chiare relazioni tra il carico di PM10 presenti nell’aria e le malattie cardio-vascolari o respiratorie. “Le PM10 costituiscono la declinazione più locale di uno dei più grandi fattori di inquinamento che è il traffico veicolare, le PM10 sono quegli elementi che contribuiscono e determinano il picco misurabile assieme ad altri elementi inquinanti (ossido di carbonio, anidride carbonica, ozono, etc)”, ha spiegato il professore. Si tratta del fattore più importante che nasce dal traffico veicolare: sono tutte le centraline che raccolgono i dati nelle varie città; in altri termini, sono quelle particelle che vengono riportate sui giornali come misura dell’inquinamento atmosferico. Numerosi studi dimostrano il rapporto tra la concentrazione delle polveri fini e le malattie respiratorie. “Il fattore di rischio preponderante nel determinare asma e BPCO è dato dal fattore ambientale. Le emissioni nocive in tutta Europa costituiscono un vero e proprio dramma, con alcune zone che sono poi particolarmente esposte, come la Val Padana”.
INCREMENTO ACUTIZZAZIONI – In molte aree, infatti, si assiste a un incremento delle riacutizzazioni delle patologie respiratorie e dei ricoveri ospedalieri, non senza anche dati allarmanti pure sui decessi. Sono centinaia di migliaia i morti a livello globale per l’inquinamento; di circa 1500 trilioni di dollari è stata la spesa per l’impatto dei fattori inquinanti sulle malattie respiratorie. Bambini, anziani e pazienti con malattie debilitanti croniche restano i soggetti più a rischio, fino a 6 volte più della media.
IL CONGRESSO. La questione dell’inquinamento sarà al centro del Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, che si terrà a Verona il 14 e il 15 gennaio. “Il Congresso, giunto ormai al suo ventesimo anno, dimostra una lunga tradizione e si conferma come evento centrale nello studio scientifico dell’asma e della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e dei fattori relativi. – spiega il prof. Dal Negro – I massimi specialisti del settore interverranno per esporre le principali novità scientifiche e per analizzare la governance, la gestione e i costi di queste malattie. Questioni che non stanno a cuore solamente a noi che operiamo in questo ambito specifico, ma che riguardano tutta la Sanità”
PERICOLO ELEVATO – “Bisogna inoltre tenere a mente che dopo il picco di inquinamento ambientale, il fattore di rischio si mantiene ancora elevato per circa dieci giorni” aggiunge il prof. Dal Negro: il pericolo di contrarre malattie in ambito respiratorio è dunque più elevato di quanto possa sembrare. E non solo: “con l’inquinamento, si verifica anche un peggioramento delle malattie di natura allergica, un sinergismo perverso tra questi due elementi che conduce a un circolo vizioso particolarmente dannoso per la salute dell’individuo”.
Causa di questo riacutizzarsi del fenomeno, una condizione atmosferica tale che non c’è ricambio d’aria, non c’è pioggia e le particelle restano nell’aria. “Diventa indispensabile ridurre le emissioni di anidride carbonica, visto che spostarle è difficile” afferma ancora il prof. Dal Negro: le amministrazioni devono realizzare un sistema di sopravvivenza che sia meno dipendente dai fattori inquinanti.
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