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PICASSO IMAGES ALL’ARA PACIS

Imagesdi Sabrina Sciabica (AG. RF. 19.10.2016)

(riverflash) – Picasso in spiaggia, Picasso in vasca da bagno, Picasso che sorride e ci guarda, con quegli occhi tondi ed espressivi da uomo che ha saputo godersi la vita, da artista pieno di passioni, come il disegno, la fotografia, le donne.

Questa mostra, dal 14 ottobre al 19 febbraio a Roma negli spazi dell’Ara Pacis, racconta i momenti più umani di un genio dell’arte e analizza, in maniera giocosa, il legame dell’artista con la più grande invenzione del novecento, la fotografia.

Molte immagini esposte sono proprio scatti di Picasso, di cui vediamo la sagoma riflessa allo specchio. Molte documentano l’ambiente in cui lavorava e quindi ci fanno entrare visivamente negli atelier ed esplorano la genesi di parecchie opere. Molte altre sono state fatte dai suoi amici e lo ritraggono nel pieno del lavoro. È interessante, ad esempio, il ciclo di scatti di Dora Maar, sua compagna, sulla grande tela di Guernica proprio durante la sua realizzazione, in cui si vede l’evoluzione del disegno e della pittura (Picasso su una scala mente dipinge Guernica, atelier di rue des Grands-Augustins, Parigi 1937). A volte alla foto è accostato un dipinto o un ritratto, per mostrare come, oltre ai modelli in carne e ossa, Picasso le usasse per ispirazione e punto di riferimento.

È divertente vedere l’interazione dell’artista con i fotografi professionisti, ad esempio nella sezione dedicata ad André Villers, allora giovane, poi divenuto uno celebre fotografo. Con lui Picasso lavorò e sperimentò, fino a pubblicare i loro fotogrammi insieme alle poesie di Jacques Prévert nel volume Diurnes, nel 1962. In questo spazio è esposta una foto della luna sulla quale Picasso scherzosamente ha disegnato, seguendone i contorni, un cavallo appisolato e adagiato su se stesso (Cheval couché, penna e inchiostro di china su una foto, del 1979).

Quello che, nella prima sezione del percorso espositivo, è un mezzo utilizzato da un principiante Picasso per un’indagine del mondo a lui circostante, nella seconda sezione diventa mezzo di collaborazione con altre personalità illustri a lui contemporanee.

Nella terza sezione l’artista spagnolo è il soggetto prescelto da fotografi famosi e lo vediamo in varie pose più o meno spontanee ma sempre molto sincere: fotografato da Robert Capa mentre tiene un ombrellone per coprire dal sole la pittrice (sua modella e compagna) Françoise Gilot, ritratto da Henri Cartier-Bresson, immortalato da Robert Doisneau e da tanti altri.

In mezzo al materiale fotografico – oltre 170 stampe che coprono un lungo periodo che va dal 1901 al 1971 – ci sono una trentina di opere di Picasso, tra dipinti, oli e sculture, tutto materiale proveniente dal Musée National Picasso di Parigi.

Possiamo, così, conoscere le sue origini, ad esempio nelle foto da lui scattate a Horta de Sant Joan, villaggio spagnolo dove passò gli anni della giovinezza; qui riconosciamo il nesso tra i tetti squadrati di quelle casette, tutte attaccate tra loro, e le forme cubiste nei quadri del primo Picasso.

Dalla mostra evince, dunque, il legame tra vita privata e opere e, soprattutto, si ha testimonianza dell’estro dell’uomo, poliedrico e innovatore, divenuto figura chiave dell’arte contemporanea.

 

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