13 Gen 2014
Perchè la De Girolamo si dimetterà
di Giuseppe Licinio (AG.RF 13.01.2014 ore 20.30)
(riverflash) – Dopo lo scandalo per l’indagine sulla gestione della Asl di Benevento che vede coinvolta Nunzia De Girolamo, troppi indizi fanno ritenere molto probabili le dimissioni a breve del ministro dell’Agricoltura.
Primo. Il silenzio di Letta, analogo a quello che precedette le dimissioni di Josefa Idem. A differenza dei casi Shabalayeva e Ligresti, in cui il premier intervenne da subito in difesa dei ministri Alfano e Cancellieri, questa volta Letta, provvidenzialmente in Messico per una visita di Stato, ha semplicemente fatto sapere che deciderà dopo il suo rientro in Italia (giovedì). Fonti ufficiali comunicano che fra il ministro e il premier c’è stato uno scambio di sms ma la De Girolamo non deve averne ricavato una buona impressione se ha ritenuto opportuno non divulgarne il contenuto.
Secondo. La sua uscita dal governo sarebbe un aiuto insperato per il premier. Infatti la compagine del Ncd è sovrarappresentata al governo (5 ministeri di peso con soli 30 deputati mentre il Pd, con 300 deputati, ne ha uno solo, quello dello Sviluppo Economico) e pertanto quella poltrona libera faciliterebbe il rimpasto di governo.
Terzo. Paradossalmente lo scandalo beneventano giova di più proprio allo stesso Alfano. Infatti, a causa del rimpasto deciso da Letta, Alfano avrebbe comunque dovuto sacrificare un ministro fra Beatrice Lorenzin e Nunzia de Girolamo e questa vicenda gli semplifica la scelta, nonostante le dichiarazioni di facciata in difesa della deputata beneventana.
Quarto. La richiesta di dimissioni da parte del Pd. I deputati democratici, renziani e non, non hanno la minima intenzione di apparire agli occhi dell’opinione pubblica come difensori delle logiche di potere emerse dalle intercettazioni (soprattutto se si tratta di salvare un corpo estraneo come la De Girolamo) ed è quindi partita una escalation di dichiarazioni poco beneauguranti per il ministro. Prevedibili quelle dei renziani. Meno scontate, invece, quelle del filogovernativo Roberto Speranza, capogruppo dei parlamentari del Pd alla Camera, che, intervistato dall’Unità, liquida la faccenda con una frase lapidaria: «Siamo stanchi di occuparci delle vicende dei ministri».
Quinto. Il M5S è pronto a presentare una mozione di sfiducia ad personam che costringerebbe il Pd a uscire allo scoperto. Stando alle dichiarazioni, a favore della sfiducia voterebbero Pd, M5S, Forza Italia, Scelta Civica, Sel e una parte consistente della Lega.
In sostanza una bocciatura totale da parte del Parlamento che non solo le costerebbe il dicastero ma anche la carriera politica. Per questo le dimissioni il prima possibile convengono soprattutto alla stesso ministro.
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Flavio Girondini dice:
Pubblicato il 13-01-2014 alle 23:48
Dalle dimissioni di Josefa Idem sono passati anni, anzi secoli, e questa volta non si ripeterà la stessa situazione. In caso di dimissioni non ci sarà solo la perdita di un ministro (ritenuto da me scadente), ma cadrebbe tutto il governo. Cosa che in questo momento non è voluta e consentita sia dalla compagine renziana e dagli esponenti più riformisti del Pd.
Il secondo problema è: Con le dimissioni della De Girolamo, il partito appena nato Ncd, perderebbe ancor più credibilità. Ricordo che corre ancora nelle menti degli elettori lo scandalo Formigoni che ha demolito un partecipante attivo alla leadership del partito. Infatti è da qualche tempo che non si vede più in televisione.