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PENSIONE SI’ O NO?

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AG.RF.(Claudio Peretti).20.03.2018

 “riverflash” – A volte mi chiedo se il nostro mondo, o meglio, la nostra Italia, stia andando nel verso giusto. Da qualche anno sono in pensione, più per obbligo che per scelta, ma siccome il mio lavoro mi è sempre piaciuto, continuo a farlo da libero professionista. Capisco che i lavori pesanti debbano durare meno dei lavori così detti intellettuali, ma perché mettere un limite anche a questi? OK, direte voi, a un certo punto si deve smettere perché, a una certa età si rincoglionisce… E allora perché  quelli che fanno i lavori più delicati e che richiedono più responsabilità non vanno mai in pensione? Parlo, che so io, del presidente della repubblica, o del papa: entrambi sono vecchi, perché ci dobbiamo fidare di loro se, come vecchi, possono essere rincoglioniti? (mi si conceda il linguaggio volgare) Ora torna in campo anche B. a 82 anni, e anche lui vuole il suo seguito, vuole decidere, vuole rimettersi in gioco! E allora, da cosa deriva questa italiana età pensionabile? Penso che ci si debba rivolgere alla storia dello scorso secolo, quando Mussolini istituì l’INPS. Allora i lavoratori erano sfruttai e non c’era nessuna assicurazione sociale, per cui il fascismo, che nasceva, non dimentichiamolo, dal socialismo, stabilì queste garanzie per i proletari e per gli operai: ottima cosa! Poi venne la guerra, dopo di essa l’industrializzazione selvaggia dell’Italia, per cui queste garanzie ed assicurazioni sociali erano particolarmente utili e sentite.

Poi è accaduto che i politici si sono impossessati dell’INPS, ente statale, ed hanno elargito cassa integrazione a spiovere, agli amici ed alle lobby industriali. Chi non ricorda gli anni di piombo, con i mega scioperi delle grandi industrie (FIAT, Italsider, ecc.), i sindacati che la facevano da padroni e perfino le brigate rosse? Poi è venuta la globalizzazione, con i costi del lavoro in Cina ed in India molto più bassi che in Italia ed in Europa: da 20 a 25 volte meno dei nostri. E allora cosa conviene fare qui da noi? Quasi nulla, forse il lusso e la buona cucina! Come si può allora chiedere ancora un posto di lavoro? A chi lo chiederanno i giovani? Forse allo stato (burocrazia), forse alla Ferrari (lusso), ma certamente i così detti posti a tempo indeterminato si sono ridotti all’inverosimile, di qualche ordine di grandezza. Ma guardiamoci intorno quando andiamo al supermercato o nei centri commerciali: sul 80% delle cose da comperare c’è scritto. Made in PRC (non scrivono più Cina, ma questa sigla che vuol dire Popular Republic of China). Va qui ricordato che i loro costi di produzione non sono solo più bassi per le minori paghe che si danno agli operai, ma per il fatto che in Cina non c’è l’INPS, non c’é il TFR, non c’è l’INAIL, si lavora 12 ore al giorno per 6 giorni la settimana, non c’è il mese di ferie ed agosto e non ci sono tutti gli obblighi di tutela dell’ambiente e  della salute del lavoratore che ci sono da noi. L’altro giorno sono stato in un’officina di riparazione auto ed ho visto che quasi tutti gli operai erano stranieri: ho chiesto al proprietario come mai e mi ha candidamente detto che, se dovesse pagare il costo legale per un operaio italiano, dovrebbe chiudere subito, per cui non era preoccupato per una possibile visita di un funzionario dell’ufficio del lavoro: chiudere per una ragione o per un’altra per lui è lo stesso.

E allora, come la mettiamo con il posto fisso? Penso che non ci sarà più: chi saprà fare le cose le farà con contratti a tempo determinato, chi non saprà fare nulla andrà davanti ai bar, alle farmacie ed ai supermercati a chiedere l’elemosina, a meno che il lavoro non se lo inventino loro con tanta fantasia, creatività e spirito di adattamento. A questo proposito c’è un concetto molto semplice: uno stato può avere il così detto Wellfare se è abbastanza ricco, anche il buon Samaritano ha ospitato a spese sue in albergo il povero che era stato percosso, ma se fosse stato povero anche lui, non avrebbe potuto farlo ospitare e curare. Per cui tutto questo bellissimo edificio dei diritti dei lavoratori, dell’INPS, dell’INAIL, del TFR, delle 40 ore settimanali che è stato fatto in passato per il fatto che Cina ed India non erano ancora sul mercato del lavoro, sta crollando sotto il proprio peso.

É inutile che i partiti che hanno vinto le elezioni ci promettano che aboliranno la riforma del lavoro Fornero, certo, lo faranno anche, ma non servirà a fare assumere più lavoratori alle imprese, anzi, quelle poche rimaste ne assumeranno sempre meno e, se potranno, si delocalizzeranno all’estero: Europa dell’Est, Bulgaria, Albania ecc. Persino la Svizzera conviene oggi più dell’Italia per fondare un’impresa..

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