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Patrizia Rinaldi nel libro “MA GIA’ PRIMA DI GIUGNO” racconta la madre profuga da Spalato

ma gia prima di giugnodi Francesco Angellotti (AG.RF 10.04.2016)

(riverflash) – Traversiamo un momento in cui quel che si presenta come il valore più importante , a cui dare sfogo ed analisi, è quello intimo familiare; per di più, volgendo lo sguardo a ieri, osservando i nostri genitori; e non a domani, dato che i nostri figli (immensi nella loro essenzialità) sono il frutto e non le radici,  quel che è stato creato dall’esperienza che abbiamo assorbito è nei nostri genitori.

   Abbiamo appena illustrato 3 giorni fa il libro di Leonardo Martellucci “LA MIA DEA”, che è una forma personale e passionale che racconta della scoperta della Madre.

   Ambiente, circostanze, sensibilità e stati passionali molto diversi, ma un simil amore grande, è stato espresso da Patrizia Rinaldi verso la sua di madre, che ha avuto un ruolo essenziale nell’animo dell’Autrice, che ha appreso, non dalle lezioni, che spingono sempre a trovare il contraddittorio, ma dallo Spirito e dalla sequenza degli episodi quotidiani, spontaneo nell’Amore di una Madre.

   Avvengono diversi episodi, tra il drammatico e il passionale, nell’ambiente magico dei Campi Flegrei, che sono stati abilmente velati dalle recenti strutture industriali che, come vuole la parabola naturale di queste imprese, sta rovinosamente decadendo.

   Il senso trasmesso bisogna applicarsi per percepirlo, perché non è come la novella di Biancaneve. Episodi tragici come la morte di un marito nelle Foibe nell’immediato dopoguerra, con reazioni che mirano a scardinare l’Impianto Imposto, anche scandalizzandolo, ma trovando un discorso Nuovo, che dava senso e valore al Futuro, secondo una dinamica che ha come Essenza la vita nei vicoli, e lo sguardo sconfinato verso il mare.

   Ma non  è così placida la situazione, sarebbe un gioco senza sfizio. Con una Madre sempre giovane perché impostata nella sua realizzazione del Progresso, vive una Figlia, che sente la pesantezza della situazione e non riesce a farsi capace che le cose possono cambiare. E’ una realtà contraddittoria, anche nei ruoli, quello di una madre sempre giovane, insieme ad una figlia che è sempre stata vecchia, nell’animo e nelle reazioni.

   Non è una giustificazione, ma la situazione si capisce cercando di entrare nella personalità dei personaggi; dall’educazione, dalla formazione, dalle esperienze, dalle situazioni affrontate… quel che forma una personalità, che deve stare attenta ad evitare d’entrare nella Catena di Montaggio.

   Come avrà fatto Patrizia ad esprimere in modo così dettagliato l’intimità di due persone, sole e perdenti, che reagiscono in modo opposto? Non può essere possibile che si sia inserita nell’ interior della madre, che giudica lo sconforto della figlia; e nemmeno che riscontri lucida la depressione della figlia, ritenendo vani ed inutili gli slanci della madre.

   Non per dire che “in medium est virtus”, che è una sciocchezza troppo spesso affermata meschinamente; ma, effettivamente, Patrizia si può ritrovare in ambedue i personaggi, perché è lo stato emotivo quello che riempie l’animo.

   Questo è veramente bello; una donna così colta, ricca di un bagaglio intellettuale che l’ha portata ad apprezzare la letteratura contemporanea (soprattutto Svevo, ma anche Pavese e via discorrendo), affermata nel mondo della Letteratura ad alto livello, ha riconosciuto che l’essenziale, quando si scrive e quando si vive, e saper dare spazio alla Passionalità.

   Giustamente, non bisogna trascurare quel che può essere una conoscenza cognitiva, nella valutazione delle situazioni e saper ragionare con obbiettività; ma tutto, senza passione, non vale niente. Bisogna saper fare le cose, ma si deve poter fare qual che si sente. Così la Vita ha una dimensione.

   Non vorremmo aver esagerato, riconosciamo che Patrizia è una donna dalla solida Cultura, ricca di Studi Profondi; ma inserita nella Dinamica Esistenziale; per esempio, oltre tutti i premi ed i riconoscimenti meritati, ha tenuto un progetto letterario all’Istituto Penale di Nisida (per chi non lo sapesse, Nisida è l’ isoletta avanti Pozzuoli ov’è il Carcere Minorile; oltre ad un tentativo di raffineria iniziato tanti anni fa, ottima speculazione miliardaria per qualcuno che se n’è “interessato”, anche se non ha mai funzionato).

   Forse vi sembrerò stupido, e non posso dissentire; ma il coinvolgimento sentimentale mi ha preso diverse volte, vedendomi per le vie di Napoli, sull’autobus Campi Flegrei – Fuori Grotta – Agnano (ove scendevo) – Pisciarelli e ritorno; a cena con Ernesto e Michela a Pozzuoli dopo la vittoria di un cavallino, che ha saputo contare come si corre in buona categoria; la passeggiata con mio figlio nella Reggia, con la sua ingenuità in cui si proteggeva…

   Non è un libro politico o fazioso; la critica alla Società Borghese o ad atteggiamenti scaturiti solo da profitto personale, sono racconti di situazioni, in cui le due donne, madre e figlia che sono comunque due personaggi perdenti dato che la Società così è,  si sono trovate ed in cui si sono dovute inserire.

   Ed è questo il significato del titolo.  Patrizia aveva in mente, quando ci ha pensato, un verso di una poesia di Elio Pagliarami; che poi, nella conclusione, esprime speranze completamente diverse dalla situazione raccontata, ma la frase, espressa in modo sintetico, le è sembrato fosse adatta allo svolgimento di tutta la storia: MA GIA’ PRIMA DI GIUGNO

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