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PARLAMENTO INSEDIATO MA NON C’E’ ACCORDO SULLE PRESIDENZE DELLE CAMERE

(riverflash) – La questione non si è risolta così velocemente come l’elezione del nuovo Papa: ieri infatti si è trattato di una fumata nera dopo l’altra e la XVII legislatura inizia ufficialmente, stenta a decollare per la difficoltà di eleggere i Presidenti di Camera e Senato. Ma andiamo con ordine. Il Pd, non essendo riuscito a trovare un accordo con il movimento 5stelle, ha deciso di votare scheda bianca anche se il leader del Sel Nichi Vendola (colui che aveva dichiarato che mai e poi mai avrebbe appoggiato i grillini), ha aperto ieri alla possibilità di un grillino alla Camera. L’unica cosa certa in merito alla giornata di votazioni trascorsa ieri è che “sono stati spesi inutilmente 420mila euro” così come sottolineato dalla capogruppo del movimento guidato da Beppe Grillo, Roberta Lombardi. Rispetto alle possibili alleanze poi, ieri Grillo e i suoi eletti, che di fatto sono andati ad occupare in Parlamento le poltrone utilizzate precedentemente da parte degli esponenti del Pdl e dei futuristi di Gianfranco Fini, il leader del Movimento 5stelle ha ribadito di fatto la sua posizione: “forse i  partiti classici non hanno capito cosa è accaduto, stanno parlano di alleanze e compromessi ma tutto questo esiste sempre meno; non scenderemo a patti con Bersani nemmeno sulle presidenze delle Camere né tantomeno faremo accordi con Berlusconi”. Nel frattempo Silvio Berlusconi è stato dimesso dall’ospedale San Raffaele di Milano ed ha subito dichiarato ai microfoni dei giornalisti. “questo governo si deve fare, occorre senso di responsabilità da parte di tutti”. E Pierluigi Bersani di fatto sta a guardare. Questo è lo scenario che si sta prospettando in questi giorni. Il fatto che occorra responsabilità per formare un nuovo governo è sicuramente giusto, ma se la maggioranza è così “risicata” è giusto “forzare” degli accordi improbabili per andare comunque avanti? Quale stabilità potrebbe avere un governo “accroccato”, messo lì a governare con una manciata di voti? Quali sarebbero i risultati di un simile governo? Ma dall’altra parte ci si chiede: cambierebbe qualcosa se si tornasse a votare? E quanti soldi verrebbero ancora spesi per nuove elezioni? Si tratta di un dilemma di non poco conto e la soluzione non sembra essere  a portata di mano: questa mattina si ricomincia nella speranza di poter trovare una possibilità che permetta al nostro disastrato Paese di trovare una guida in grado di restituirgli un minimo di stabilità…..

AG.RF. (MP) 16.03.2013

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