25 Mar 2013
PARIGI: IN MIGLIAIA PER DIRE NO AI MATRIMONI GAY
PARIGI (RIVER FLASH)- Centinaia di migliaia di persone hanno marciato nel centro di Parigi, per dire no ai matrimoni gay. La folla, un milione e 400mila persone per gli organizzatori, 300mila secondo le forze dell’ordine, ha tentato di raggiungere gli Champs Elysees ma è stata bloccata dalla polizia che ha usato lacrimogeni e cariche per disperdere i più facinorosi. La manifestazione era diretta contro il disegno di legge per legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso e la possibilità che le coppie gay adottino figli, già approvato dalla Camera bassa e che ad aprile approderà al Senato per il varo definitivo. L’imponente corteo si è snodato lungo cinque chilometri, dal distretto finanziario della Defence fino all’Arc de Triomphe, all’inizio dei viali simbolo della capitale francese. La polizia, che ha confermato l’uso dei lacrimogeni “per disperdere 100-200 persone che cercavano di forzare i blocchi” ha spiegato che la misura è stata resa necessaria dal “comportamento aggressivo di alcuni manifestanti”. Data la probabile approvazione in via definitiva del disegno di legge sui matrimoni gay da parte del Senato, i manifestanti hanno chiesto al governo di ritirarlo e di sottoporlo a referendum.
Il corteo era stato organizzato da Manif pour tous, il cartello di 34 associazioni francesi che si oppone alla legge «Toubira» (dal nome del ministro della giustizia francese) e che aveva già dato vita all’imponente manifestazione dello scorso 13 gennaio. Come avevano spiegato i promotori nelle scorse settimane, si tratta di “un movimento spontaneo e popolare che al di là delle appartenenze religiose ha come obiettivo la difesa della filiazione umana garantita dal diritto francese nel matrimonio civile e la lotta contro ogni forma di omofobia”. Uno dei punti più controversi è il permesso di adozione, una legge passata “nell’indifferenza generale” e “nel silenzio mediatico” malgrado l’opposizione del 55% dei francesi. La manifestazione si è svolta dopo una nuova, forte polemica legata alla petizione presentata al Cese, il Consiglio economico, sociale e ambientale, terza assemblea costituzionale della Francia. In base ad una legge del 2008, infatti, i cittadini possono ricorrere a questo organismo, considerato “luogo per eccellenza di dialogo e unione”, purché la petizione sia sottoscritta almeno da 500.000 persone. Una possibilità utilizzata per la prima volta in Francia, visto che la petizione aveva superato le 700.000 firme. Lo scorso 26 febbraio, però, l’ufficio di presidenza del Cese ha definito inammissibile il ricorso, pur considerando regolari sia le firme che le modalità di presentazione della petizione. Secondo il Cese, infatti, solo il primo ministro può richiedere un parere su un progetto di legge mentre non è ammissibile la richiesta di sospensione di una procedura legislativa presentata dai cittadini. Una decisione che aveva causato il forte disappunto del cartello “Manif pour tous” con l’invito a scrivere al presidente Hollande per esprimere tutta la disapprovazione sul caso.
FT AG RF 25.3.2013