AG.RF 17.04.2016 (ore 09:17)
(riverflash) – Blitz di Papa Francesco a Lesbo, isola greca paragonata a Lampedusa perché primo approdo di profughi in fuga dalla fame e da regimi politici dittatoriali. Una risposta agli Stati che innalzano muri quella di andare incontro a chi soffre, non chiudere la porta in faccia. “Al campo dei rifugiati c’era da piangere”, ha commentato il Papa di ritorno a Ciampino alle 16,20, riportato a Roma da un Airbus A-320 dell’Alitalia. Sullo stesso aereo sono atterrati a Ciampino 12 profughi di religione islamica, ritenuti tra i più vulnerabili tra quelli presenti a Lesbo. Inizialmente sarà la Comunità di Sant’Egidio a prendersi cura di loro.
La visita di Francesco a Lesbo è stata anche l’occasione per una dichiarazione congiunta, firmata anche dal patriarca ecumenico Bartolomeo e dall’arcivescovo ortodosso greco Hieronymos: “L’opinione mondiale non può ignorare la colossale crisi umanitaria, che ha avuto origine a causa della diffusione della violenza e del conflitto armato, della persecuzione e del dislocamento di minoranze religiose ed etniche, e dallo sradicamento di famiglie dalle proprie case, in violazione della dignità umana, dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo”.
Incontrando i giornalisti Papa Francesco ha mostrato alcuni disegni: uno con un bambino mentre affogava, un’altro con un barcone in mezzo al mare agitato. Il Pontefice ha quindi affermato: “Che cosa vogliono i bambini? La pace, perché soffrono”.
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