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P2, REATI FISCALI: SEQUESTRATA LA VILLA DI LICIO GELLI

FT AG RF 10.10.2013Fisco: Gelli indagato; debito con erario 17 mln

ROMA (RIVER FLASH)- Licio Gelli indagato con moglie e figli per presunti reati fiscali. L’ex capo della loggia P2 avrebbe un debito con lo Stato di circa 17 milioni di euro, e la guardia di finanza, su mandato della procura di Arezzo, ha effettuato il sequestro preventivo di Villa Wanda, la sua residenza dove vive ai domiciliari.

Nel 2010 la Cassazione aveva accolto un ricorso dell’Agenzia delle Entrate, che stabiliva come Gelli dovesse pagare tasse su alcune proprietà immobiliari, in Italia e all’estero, lasciate ai suoi familiari assieme a molti oggetti, oltre a proventi occultati derivanti da interessi percepiti sui prestiti. La Procura vuole fare luce sui passaggi di proprietà tra Gelli e la moglie Gabriella Vasile, i figli Maurizio, Maria Rosa e Raffaello e un nipote, Alessandro Marsili. Il reato contestato è sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.

L’indagine condotta dal nucleo di polizia tributaria di Arezzo assieme alla locale direzione provinciale dell’agenzia delle entrate, ha portato alla luce un sistema di frode contestato dagli inquirenti alla famiglia Gelli, per non pagare le imposte dovute allo Stato e evitare che Equitalia potesse pignorare la villa di famiglia, tentando di venderla fittiziamente ad una società terza.

Nel 1998, la polizia giudiziaria francese aveva rinvenuto un testamento olografo attestante significative disponibilità patrimoniali di Licio Gelli all’estero, nonché la documentazione comprovante il sostenimento di spese a favore dei tre figli, Raffaello, Maria Rosa e Maurizio, per rilevantissimi importi, ben superiori ai redditi dichiarati. Da qui derivano contestazioni di omessi pagamenti di imposte sui redditi e di registro, che, dopo i ricorsi vinti dall’amministrazione finanziaria davanti alle commissioni tributarie, sono stati quantificati in cartelle esattoriali nei confronti di Licio Gelli per 8,8 milioni di euro, del figlio Maurizio per 7,2 milioni, della figlia Maria Rosa per 1,1 milioni e del primogenito Raffaello per 500 mila euro. Anche loro risultano indagati dalla Procura di Arezzo.

Il sequestro preventivo e stato disposto dal gip del Tribunale di Arezzo, Annamaria Loprete, su richiesta del procuratore, Roberto Rossi.

Dalle indagini e emerso anche che, gia nel 2007, gli indagati, consapevoli, secondo gli inquirenti, dei rilevanti debiti da pagare all’erario e prevedendo l’attivazione prossima ventura delle procedure di riscossione coattiva da parte di Equitalia, hanno pianificato e realizzato, in un brevissimo arco temporale, una serie di atti e negozi giuridici fittizi per svestirsi della proprietà di “Villa Wanda”, mediante la simulazione della dismissione a terzi da parte della storica società proprietaria che era al 100% controllata dai tre figli.

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