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Oscar 2016 – Premiato Ennio Morricone ma tra i grandi esclusi Carol e The Look of Silence

di Luigi Noera – 29 febbraio.morricone-banner La lunga notte degli Oscar ci ha consegnato qualche inevitabile sorpresa rispetto alle nostre aspettative. Ma come accade anche nei Festival si tratta sempre di un giudizio in qualche caso inficiato da interessi i più disparati, anche politici. Alla fine Il Caso Spotlight ha ottenuto due statuette come miglior film e migliore sceneggiatura originale a scapito di Room e Inside Out. Il Caso Spotlight è un Film onorevolissimo esclusivamente per i contenuti sui casi di pedofilia della Chiesa Cattolica Americana. Però mi sembra che si sia voluto sdoganare un certa Stampa connivente con i poteri forti della Finanza. Per evitare fraintendimenti nei lettori rimarchiamo che è giusto e doveroso aver scoperchiato questo cancro che attanaglia la Chiesa Cattolica. Tuttavia il film dal punto di vista cinematografico non consegna la giusta tensione emotiva allo spettatore e per questo lo avevamo scartato. Ad eccezione della bella interpretazione di Mark Ruffalo purtroppo battuto come miglior attore non protagonista dall’altro Mark Rylance nel film Il ponte delle Spie. Di per se quest’ultimo film ha una sua valenza nello stile di spy story fuori da schemi prestabiliti, ma non regge il confronto con le altre pellicole. C’è poi la statuetta al regista Alejandro Gonzales Inarritu che ha bissato il trionfo dell’anno precedente di Byrdman. Come qualcuno a ragione ha evidenziato Hollywood attira a se cineasti non americani a scapito dei cineasti americani. Insomma una sorta di cannibalismo autoctono. E’ pur vero che Room invece è un film così bello che fa sognare e non solo per la protagonista ma anche per il geniale cielo visto dal punto di vista del piccolo prigioniero che scopre il mondo. Quando Room è stato presentato al Festival di Roma abbiamo accennato alla sua fragilità per gli ultimi 20 minuti di troppo, ma resta un film che ti avvolge con la sua tensione. Per motivi diversi invece il bravissimo Eddie Redmayne ha sfiorato il successo con The Danish Girl senza riuscire. Infatti per rimediare alle tante volte che Di Caprio era stato escluso dagli Oscar, quest’anno si è voluto premiarlo ad ogni costo ma con il film peggiore che abbia interpretato. A chi ha visto il film Revenant restano soltanto i rumori gutturali di Leonardo che sopravvive inspiegabilmente ad ogni accadimento. In compenso la previsione su Brie Larson come Miglior attrice protagonista di  Room, che è un film da amare, ha trovato il consenso di Hollywood. Del film The Danish Girl è stata premiata invece Alicia Vikander come Miglior attrice non protagonista. Anche in questo caso il cannibalismo autoctono non ha considerato l’attrice Jennifer Jason Leigh e la sua interpretazione indimenticabile nella parte cattiva in The Hateful Eigh di Tarantino. Ammettiamo che il nostro sbilanciamento verso Room ci ha fatto escludere di assegnare la statuetta per la Migliore sceneggiatura non originale a qualche altro in lizza, però la scelta caduta su The Big Short non è condivisibile. Invece Carol che è il grande escluso dagli Oscar lo meritava. Il premio al Miglior film straniero è andato a Il figlio di Saul che era l’unico a potere aspirare, non solo per il film, ma anche per l’argomento trattato. Così come l’Oscar al Miglior film d’animazione andato alla fine a Inside Out che parla un linguaggio universale. Passando ai cosiddetti riconoscimenti tecnici era inevitabile che Mad Max Fury Road di George Miller abbia fatto la parte preponderante con sei statuette delle quali quelle per il montaggio (circa 2700 stacchi) e la scenografia condividiamo al scelta. Degli altri premi è stato un peccato per Carol che non abbia ricevuto quello della fotografia che è andato a Revenant e The Danish Girl battuta da Mad Max Fury  Road inspiegabilmente per i migliori costumi.  Sulla Miglior colonna sonora originale non avevamo dubbi. E’ andata a The Hateful Eight che è la più bella grazie al Maestro Morricone. Chi diceva fosse un Oscar riparatorio era armato da una insana invidia. Infine siamo allibiti che The Look of Silence nella categoria dei doc sia stato battuto da Amy. Documentario interessante sulla brava cantante ma con diverso spessore rispetto al genocidio dimenticato del popolo birmano e messo in luce dal cineasta Joshua Oppenheimer. Insomma i giurati hanno avuto qualche svista che non fa bene ad Hollywood escludendo due film come. Carol e The Look of Silence dalla rosa dei vincitori. Non ci meravigliamo invece per Sylvester Stallone.

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