I danni dovuti all’esplosione dell’ordigno
di Shady Alizadeh (AG.RF 10.04.2014) ore 20:16
(riverflash) – La Digos sta indagando sull’accaduto e nessuno, compresi i dirigenti del Pd, si sbilancia e indicano i possibili responsabili . Secondo il Questore della città, Raffaele Micillo, si tratterebbe di un caso isolato, non riconducibile alle sfere terroristiche italiane e sempre secondo il Questore questo attentato potrebbe essere connesso con altri già avvenuti in Italia e riconducibili all’area anarchica. La sede del Pd di via Forlani è stata vittima, già in passato, di una serie di episodi come l’imbrattamento delle finestre con vernice rossa o scritte come ‘Renzi boia’ o ‘Le lotte non si processano, No-Tav liberi’ con vernice rossa o nera accompagnate del simbolo degli autonomi sui muri. Atti, questi, vandalici malgrado il debole indirizzo politico, atti privi di qualsiasi fine, se non quello di imbrattare i muri e creare il disagio a coloro che dovevano cancellare le scritte. Questa volta però non si è trattata di una bravata o dell’opera di un vandalo, questa volta si è compiuto un salto di qualità. È innegabile che un azione del genere sia stata premeditata e studiata, l’ordigno è stato costruito e piazzato all’interno del cancello dell’edificio quasi fosse un gesto di sfida: guardate riesco a superare i cancelli, eludere le vostre telecamere e piazzarvi una bomba. Oggi in piena notte e domani chissà. Certo, non bisogna trarre subito considerazioni sbagliate o ricorrere all’allarmismo, perché non si tratta di un nuovo periodo di tensione come quelli vissuti già dal nostro Paese, ma non bisogna neanche sottovalutare la rabbia e la disperazione dei cittadini che in questi anni hanno vissuto una grave crisi economica, la disoccupazione è al 46% il PIL fatica a crescere e la sfiducia, ormai trasformata in rancore e resa, è lo stato d’animo perenne dell’italiano. Come detto dal senatore Vannino Chini in riguardo l’accaduto “è necessario fare piena luce su quanto accaduto a Firenze e dobbiamo tutti riflettere sul livello di tensione e sfiducia che si respira nel Paese”.
Recentemente il dissenso, che prima riempiva le piazze e le strade con manifestazioni e cortei, viene espresso in modo violento con scontri in piazza e con un linguaggio quasi cameratista, pertanto, ora più che mai, è necessario ritrovare la forza e la volontà di ricostruire, in modo onesto e democratico, una coesione sociale evitando che il dibattito politico e lo scontro ideologico possa esasperare l’animo dei cittadini.
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