AG.RF.(MP).18.12.2014
“riverflash” – Dopo ore di attesa, la sentenza della corte d’Assise d’Appello di Milano nel processo d’appello bis per l’omicidio di Chiara Poggi, è arrivata: Alberto Stasi è stato ritenuto colpevole dell’omicidio e quindi condannato a 16 anni, anche se non gli è stata riconosciuta l’aggravante della “crudeltà” . L’omicidio era avvenuto a Garlasco (Pavia), nel 2007 e Stasi era stato assolto in primo e secondo grado dalla stessa accusa prima che la Cassazione annullasse l’appello. Oltre alla pena del carcere, egli dovrà anche versare 350mila euro di risarcimento a ciascuno dei genitori di Chiara e 300mila euro al fratello Marco, un milione di euro in tutto: una condanna, quella del risarcimento, che è immediatamente esecutiva. Stasi si è dimostrato “sconvolto” per la decisione ed ha continuato a dichiarare la sua innocenza, mentre la mamma di Chiara ha affermato: “Giustizia è fatta, Chiara ce l’ha fatta , adesso la guarderà e potrò dirglielo”. La donna ha inoltre dichiarato di non aver mai guardato in faccia il “presunto” assassino ma di essersi limitata ad ascoltare la sentenza. Soddisfatto anche l’avvocato di Chiara: “Ci aspettavamo una risposta e oggi l’abbiamo avuta..”. L’accusa aveva chiesto inizialmente 30 anni per l’imputato ma non è stata riconosciuta l’aggravante della crudeltà e quindi il delitto è stato qualificato come “omicidio semplice”: e per questo è stata disposta la condanna a 16 anni: il calcolo della pena è stato fatto partendo dalla pena base per l’omicidio non aggravato: 24 anni, ridotti di un terzo (otto anni) essendo il processo stato definito con rito abbreviato e il risultato finale sono appunto, 16 anni. L’impugnazione, scontata, della sentenza in Cassazione eviterà per ora a Stasi di finire in carcere. I giudici, tuttavia, potrebbero in qualsiasi momento adottare una misura cautelare se fosse ravvisato un pericolo di fuga dell’imputato.
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