AG.RF.(MP).07.09.2016
“riverflash” – Studenti tutti in piazza contro il numero chiuso alla facoltà di Medicina con striscioni di protesta, proprio a ridosso dei test che si sono svolti ieri. Sono stati gli universitari dell’Udu ad organizzare il presidio per lanciare il loro messaggio: “Il numero chiuso chiude gli ospedali”. Le associazione hanno anche lanciato l’hashtag #nonumerochiuso e #liberoaccesso. Nel flash mob due ragazzi vestiti da bodyguard, che allestivano una scenetta, una specie di gag, per dimostrare quanto siano assurdi e ingiusti, i test per l’ingresso a Medicina. Gli iscritti alle prove di accesso a “Medicina e chirurgia” e a “Odontoiatria e protesi dentaria” alla Sapienza sono 5.457, i posti disponibili 864. Il numero di aule impegnate 77. “Il numero chiuso e’ ingiusto e lede i diritti degli studenti”.Per questo la protesta è andata avanti per ore, con volti tesi e pochi sorrisi, tra i ragazzi che si apprestano ad affrontare la prova di ammissione nell’aula di Odontoiatria alla Sapienza, una delle 77 usate oggi per i test. I 60 quesiti da svolgere in 100 minuti sono un ostacolo anche per chi si e’ preparato e ha deciso di rinunciare alle vacanze per inseguire il sogno del camice bianco. “Il numero chiuso e’sbagliato – hanno spiegato alcuni ragazzi intervistati – chi avrebbe capacita’ rischia di rimanere fuori”. Ma e’anche vero che le universita’ non hanno le strutture per accogliere tutti. “Questa e’ la prima volta che provo e il mio sogno e’ fare il neurochirurgo, ha spiegato un altro studente” e ci sono ragazzi che lo provano più di una volta, perdendo “preziosi” anni di studio”. “Da un lato il numero chiuso e’ sbagliato ed e’ una negazione di un diritto ma e’ necessaria una selezione – commentava una ragazza – si potrebbe provare con qualcosa di diverso rispetto ad un test con crocette. Ho studiato e fatto tutto il possibile per preparami, speriamo bene”. In ogni caso è un bel nodo da sciogliere quello dei test d’ingresso ed è quanto mai necessaria una soluzione per non rischiare di lasciare fuori, ragazzi preparati e convinti, che sognano di diventare medici.
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