AG.RF.(redazione).30.05.2019
“riverflash” – Epatite C – Campania modello virtuoso per l’implementazione delle nuove terapie grazie alla sinergia tra specialisti e istituzioni. Eliminare il virus si può, ma restano da curare ancora i due terzi dei pazienti
“Un’azione così incisiva è stata favorita anche dall’ampia diffusione dell’infezione. Dopo la Lombardia, la Campania è la regione che ha effettuato il maggior numero di trattamenti” precisa il prof. Nicola Coppola
Siamo testimoni di un’opportunità straordinaria nella storia della ricerca medica. Eliminare e vincere l’epatite C è possibile ma l’ultimo miglio da compiere è il più faticoso nel far emergere il maggior numero di pazienti affetti dal virus spesso persino inconsapevoli di questa malattia, subdola, il cosiddetto “sommerso”. Per questa ragione c’è grande dinamismo e attenzione da parte di ricercatori, clinici, associazioni pazienti, industria farmaceutica, e naturalmente in accordo con i decisori politici e le istituzioni nel richiedere questo grande ultimo sforzo per dare la spallata finale alla malattia e neutralizzare i possibili serbatoi del virus. E fioriscono le iniziative in tutt’Italia, e la Campania costituisce qui esempio di buone pratiche.
A NAPOLI CONFRONTO TRA TUTTI GLI ATTORI PRESENTI – Si tiene a giovedì 30 maggio a Napoli, presso la Sala Elba del Grand Hotel Santa Lucia, Via Partenope, 46 il convegno “HCV – L’approccio della Regione Campania nel garantire al paziente l’accesso alle terapie innovative” organizzato da MA Provider con il contributo non condizionato di Gilead Sciences. L’iniziativa intende affrontare in maniera analitica tutte le componenti di sistema, dal coinvolgimento della medicina di base, alle attività del tavolo tecnico, per evidenziare l’importanza cruciale di un approccio strutturato e della opportuna gestione integrata del paziente affetto da HCV, per procedere alla effettiva eradicazione della patologia sul territorio.
I recenti progressi scientifici permettono di eliminare il virus in oltre il 95% dei casi, con terapie gratuite nei centri prescrittori, di facile assunzione, della durata di poche settimane e senza effetti collaterali.
In Campania i pazienti affetti da epatite C attualmente sottoposti a trattamento sono oltre 20mila. La maggior parte risiede a Napoli; seguono Caserta, poi Avellino, Salerno e Benevento. “È un risultato molto importante – sottolinea il Prof. Nicola Coppola, Direttore universitario UOC Malattie Infettive, AO Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Tuttavia, resta ancora molto da fare. Abbiamo trattato solo un terzo dei pazienti affetti dal virus dell’epatite C. Adesso è importante creare delle reti tra i centri specialistici e le istituzioni laddove sono ancora presenti dei soggetti da trattare. I clinici hanno fatto la loro parte, creando dei link tra medicina territoriale e centri di secondo livello. Adesso l’esigenza è quella di creare dei percorsi semplificati per queste popolazioni, altrimenti sarà difficile raggiungere l’obiettivo del WHO dell’identificazione del 90% dei pazienti e del trattamento di almeno l’80% entro il 2030. La sinergia è possibile grazie a dei tavoli tecnici attorno ai quali siedano tutti gli attori coinvolti: istituzioni, specialisti, associazioni pazienti, imprese. Finora su questo la Campania si è proposta come un modello virtuoso. Un’azione così incisiva è stata favorita anche dall’ampia diffusione dell’infezione, un’urgenza epidemiologica ineludibile: la prevalenza dell’epatite C in Campania è superiore alla media. Dopo la Lombardia, la Campania è infatti la regione che ha effettuato il maggior numero di trattamenti”.
Considerando l’alta prevalenza di HCV nella popolazione generale in Italia, è necessario identificare possibili strategie per aumentare la diagnosi e il trattamento delle persone infette. Ad oggi i trattamenti antivirali avviati in Italia sono circa 180 mila, ma si stima che siano rimasti da trattare circa 200mila pazienti. Le terapie di ultima generazione sono disponibili e gratuite già da tempo per tutti, ma l’eliminazione dell’infezione resta un problema: sia poiché bisogna convogliare i pazienti con diagnosi nota verso le strutture autorizzate alla cura sia in quanto restano da effettuare gli screening necessari per fare emergere il “sommerso”.
L’IMPEGNO DELLA REGIONE CAMPANIA, PDTA MODELLO REPLICABILE – La Regione Campania negli ultimi 5 anni ha avviato una linea strategica mirata all’emersione del «sommerso» e all’immediata erogazione sul territorio delle terapie di ultima generazione, consentendo una vera «presa in carico» del paziente affetto da HCV, per garantirne globalmente la migliore gestione procedurale e terapeutica. L’azione della Regione ha consentito di sfruttare al meglio in ambito locale il finanziamento previsto dal “Fondo innovativi” e, grazie all’identificazione ed implementazione di un PDTA specifico e ad un confronto costante con le associazioni pazienti, la governance costituita rappresenta un esempio da analizzare, valutare e prospettare alle altre Regioni.
“In questi anni la Regione Campania ha svolto un lavoro straordinario nel risanamento dei bilanci della sanità e ha fatto partire diversi nuovi progetti. Tra questi, ricordo un piano ospedaliero organizzato e le stesse reti dell’emergenza – spiega il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. – Abbiamo ricercato la collaborazione degli specialisti e delle associazioni dei pazienti in modo da creare assieme un network efficace per la salute dei singoli. Vorrei sottolineare anche l’impegno della regione, fra le poche in Italia, ad aver implementato il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), un impegno che resta per noi assoluto e che ci vedrà comunque sempre in prima linea – prosegue De Luca – In questa seconda fase, di contrasto e lotta contro l’epatite C, avverto forte l’imperativo, quasi una missione, di far emergere il “sommerso” e tutte quelle migliaia di persone colpite dal virus, talora persino ignare della malattia. Curarsi è una scelta di grande civiltà per sé e per gli altri – conclude il Presidente –che riguarda migliaia di donne e uomini affetti da questa malattia, e il poterlo fare nelle nostre strutture colloca oggi la Regione Campania all’avanguardia in Italia”.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..