AG.RF.(redazione).07.12.2017
“riverflash” – Lo shopping di Natale on line cresce in Italia del 16% rispetto allo scorso anno, piu’ del doppio della media europea, e raggiunge in valore medio di 170 euro per regali, cibo, viaggi e divertimenti. Ciò è quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Deloitte che evidenzia come la voce piu’ rilevante della spesa on line in Italia sia quella per i regali con 72 euro a famiglia. “L’Italia quest’anno – sottolinea la Coldiretti – si classifica al terzo posto tra i Paesi Europei dove si spende di piu’ on line per il Natale, preceduta solo da Gran Bretagna con 260 euro e dalla Germania con 179 euro mentre in fondo alla classifica c’è la Polonia con 83 euro a famiglia. Il web è diventato per gli italiani il canale preferito per la ricerca di idee regalo con uno storico sorpasso sul punto di vendita fisico che rimane tuttavia in testa per realizzare poi l’acquisto. La situazion è leggermente diversa per il cibo con il 33% che coglie idee e suggerimenti nei negozi, il 25% sui siti web o sui social, il 18% con il passaparola e il 12% sui giornali. Per gli alimentari e le bevande resta infatti importante il contatto fisico come dimostra il successo dei mercatini di Natale dove sempre piu’ spesso è possibile incontrare direttamente gli agricoltori e conoscere la storia, la tradizione e i processi che stanno dietro al prodotto. Le motivazioni per la spesa on line , sono la possibilità di avere la consegna a domicilio, una piu’ ampia possibilità di scelta, l’opportunità di fare confronti e i prezzi convenienti mentre le perplessità riguardano soprattutto la sicurezza dell’acquisto, la consegna di un prodotto integro e i rischi per la mancata corrispondenza del prodotto sul video rispetto a quello consegnato”. Il web è diventato anche un luogo importante per la solidarietà e tra le opportunità del 2017 c’è sul sito www.campagnamica.it, la possibilità di acquistare cesti solidali con i prodotti salvati dal sisma del centro Italia per sostenere aziende agricole delle zone colpite dal terremoto che devono trovare canali alternativi per continuare a lavorare e produrre nonostante lo spopolamento in atto.
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