MYANMAR: LA MINORANZA ISLAMICA PERSEGUITATA DAI BUDDHISTI, 1 MORTO E 4 FERITI

(riverflash) – Mentre gli edifici colpiti e incendiati dagli estremisti buddhisti ancora fumavano, più di 1000 musulmani sono stati protetti dalla polizia. È successo a Lashio, nello stato di Shan, al sudest del Myanmar, la ex-Birmania. L’ultimo assolto buddhista contro  i musulmani Rohingya ha gettato nel terrore la minoranza islamica, messa al sicuro su camion militari passando attraverso macchine e motociclette capottate che erano state carbonizzate il giorno prima sull’ asfalto rosso.

Per mettersi al sicuro i musulmani si sono rifugiati in un monastero buddhista, perché I violent di questa Guerra di religion sono una minoranza. “Pensiamo che le cose possano peggiorare, così abbiamo attirato l’attenzione dei soldati e chiesto loro aiuto. Ce ne siamo andati perché abbiamo paura di essere attaccati” ha detto il vecchio Khin Than, che è giunto al monastero giovedì mattina coi suoi quattro figli insieme a centinaia di birmani islamici.

Le violenze religiose contro i musulmani Rohingya nello stato di Shan a maggioranza buddhista, hanno provocato 200 morti e 140 mila rifugiati lo scorso anno.

La violenza a Lashio questa settimana evidenzia come l’agitazione anti-mussulmani sia propagata in altre zone del Myanmar dopo che ebbe inizio l’anno scorso nell’ovest di Rakhine colpendo poi la città centrale di Meikhtila a marzo. La guerriglia è iniziata martedì 27 maggio dopo che un musulmano aveva tirato benzina su una donna buddhista e le aveva dato fuoco. La reazione buddhista si è sviluppata bruciando diversi negozi di proprietà di musulmani, una moschea e un orfanotrofio islamico. Motociclisti erranti hanno continuato le violenze mercoledì 28 maggio, causando un morto e quattro feriti.

Il 29 maggio i monaci buddhisti hanno organizzato un rancio per i rifugiati, che si sono stretti assieme in un edificio nei pressi del monastero.

Il governo del Presidente Thein Sein, generale in congedo, che ha ereditato potere dalle milizie due anni fa è stato duramente criticato per aver fallito al contenimento della violenza. Ye Htut, portavoce del presidente ha detto che 25 persone sono state fermate finora. Ha dichiarato che tutti quelli arrestati provenivano da Lashio.

In un angolo, dove giacevano i detriti di un edificio di tre piani ancora fumante, gli inquilini cercavano di salvare il possibile. Una famiglia ha caricato il più possibile di ciò che hanno salvato dal loro negozio di elettronica.

Convogli di militari hanno difeso le rovine dei negozi musulmani che erano stati ridotti a cenere il 27 e il 28 maggio, piazzando blocchi stradali. In un angolo, dove giacevano i detriti di un edificio di tre piani ancora fumante, gli inquilini cercavano di salvare il possibile. Una famiglia ha caricato il più possibile di ciò che hanno salvato dal loro negozio di elettronica.

Aye Tin, una donna islamica che si è trovata per caso nel mezzo degli scontri, ha passato la notte in un accampamento della Croce Rossa e, intervistata, ha dichiarato: “Queste cose non dovrebbero accadere. Molti musulmani evitano di uscire in strada, hanno paura di essere attaccati o uccisi se escono”.

La violenza sta facendo insorgere seri dubbi se il governo di Thein Sein potrà o vorrà contenere la violenza razziale e l’intolleranza religiosa che stanno tormentando una nazione profondamente fratturata che sta ancora lottando per emanciparsi da un dominio militare durato mezzo secolo. I musulmani, religione a cui aderisce il 4 % della popolazione del  Myanmar, sono state le vittime principali della violenza che è iniziata un anno fa.

di Consolata Chiantelassa  (AG.RF  31.05.2013)