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MUDAC | METTI UN DISCO A CENA

AG.RF.(redazione).22.02,2023

Presentazione del libro Rock the kitchen, di Andy Shakty e della mostra Visioni, non è tutto come sembra di Roberto Rinaldi

Ristorante del Bar del Fico,
Via della Pace 34, Roma

1 marzo 2023 | Ore 19, 30 con una serata che si propone come un contenitore culturale in un contesto non deputato.

“riverflash” – MUDAC, nato da un’idea di Giovanni La Gorga, dj, regista e producer, intende dare spazio ad idee e progetti stra-ordinari, nel senso etimologico del termine, ovvero fuori dal comune; nell’insolito contesto di una serata. Perché, creare cortocircuiti culturali, determina la nascita di potenti sinergie, stimola la creatività, fa nascere idee nuove.

Ogni capitolo di MUDAC racconta un artista che, per una notte, propone le proprie opere ad un pubblico diverso. Dalla fugacità deriva il carattere sperimentale della mostra. Il 1 marzo MUDAC ospita Visioni, non è tutto come sembra, in cui Roberto Rinaldi presenta un corpus di opere digitali, realizzate con un processo innovativo, che lo porta da una parte ad esplorare le potenzialità delle tecnologie, dall’altra ad umanizzarle. Come si evince dal titolo, i lavori di Roberto Rinaldi traggono facilmente in inganno il visitatore, perché hanno tutte le sembianze di opere astratte, figlie dell’action painting o dell’espressionismo astratto americano del secondo dopo guerra. Ma, in realtà, sono tutta un’altra cosa. Nascono dalla rielaborazione casuale di fotografie che l’artista compie esplorando ed esasperando il concetto di “filtro”. Chiaramente il significato è profondissimo, dal momento che, con il dilagare dei social, della fotografia e della post produzione alla portata di tutti, oggi la maggior parte delle immagini che vediamo sono “ritoccate”; come se, la realtà non andasse più bene di per sé ma dovesse necessariamente essere modificata. Le opere di Rinaldi portano questo concetto al limite, rivelandone però anche il lato artistico e creativo che, deriva dalla sensibilità dell’artista, sempre attento al bilanciamento tra forme e giochi cromatici. Ogni lavoro è caratterizzato da un titolo dall’accentuato valore simbolico: Oracle Eye; The Earth Burns; Pamplona. Si tratta di nomi evocativi che non hanno nulla a che vedere con l’immagine di partenza ma che emergono durante il processo alchemico di estrazione dell’opera dal fotogramma, integrandosi pienamente con la stessa. In altre parole, il titolo non rappresenta un valore aggiunto ma un elemento costitutivo dell’opera stessa, che non potrebbe sussistere senza.

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