di Sergio Levinsky (AG.RF 08.01.2024)
(riverflash) – Una notizia ha fatto scalpore nel mondo. È morto all’età di 78 anni Franz Beckenbauer, la leggenda tedesca che fu campione del mondo da giocatore e capitano nel 1974 e che in seguito guidò la squadra nazionale alla vittoria della Coppa del Mondo a Italia ’90 da allenatore. Il Kaiser è morto all’età di 78 anni in seguito ad una malattia che lo tenne lontano dalla vita pubblica. Festeggiò come capitano della squadra nel 1974 e si affermò in Italia ’90 da allenatore dopo aver battuto l’Argentina di Maradona e Bilardo.
Quando si parla di ruolo di libero nel calcio bisogna necessariamente riferirsi a chi l’ha inventato e realizzato alla perfezione. Considerato uno dei migliori di tutti i tempi, e uno dei soli tre nella storia a vincere il titolo mondiale come calciatore e come direttore tecnico, nell’ambito di una gloriosa carriera che comprendeva il lancio del Bayern Monaco come potenza europea nel anni 70.
Franz Anton Beckenbauer era soprannominato “Il Kaiser” (imperatore, in tedesco) per il suo stile elegante di iniziare l’azione con una palla dominata e perché faceva parte di un’era imperiale del calcio nel suo paese. Con la squadra tedesca fu campione d’Europa (1972) e Mondiale (1974), e con il Bayern Monaco vinse una Coppa delle Coppe, tre Coppe dei Campioni (l’attuale Champions League), una Coppa Intercontinentale, quattro Bundesliga (Serie A tedesca) e quattro Coppe di Germania.
Ha vinto il Pallone d’Oro Europeo nel 1972 e nel 1976 ed è terzo nella classifica come miglior calciatore del 20° secolo stilata dall’Interstoria dei Mondiali, in una votazione con più di mille giornalisti. Attualmente era presidente onorario del Bayern, il club che ha segnato la sua vita. È cresciuto nella regione della Baviera del dopoguerra. Quando nacque, l’11 settembre 1945, era appena finita la seconda guerra mondiale. Dovette vivere la prima fase della ricostruzione e la dura autocritica che cominciava a manifestarsi in gran parte del suo Paese. Con il tempo Beckenbauer spiegò quali fossero gli ingredienti della sua eccezionale carriera: “Per avere successo come giocatore, allenatore e leader devi avere molta disciplina, molta fortuna ed essere nato nel paese e al momento giusto.”
In Beckenbauer ebbe una notevole influenza dal punto di vista sportivo: vedere da bambino, all’età di nove anni, come la Germania divenne campione del mondo per la prima volta, in Svizzera, superando 3-2 la leggendaria partita contro gli ungheresi con Fritz Walter capitano, e si propose di imitare quell’impresa e la realizzò solo vent’anni dopo. Quel risultato lo ha influenzato così tanto che molto più tardi, quando ha potuto vedere il film “Il miracolo di Berna”, di Sonke Wortmann, nel 2003, ha detto che, sebbene avesse già smesso di suonare, sentiva lo stesso impulso e lo stesso desidera come quando era bambino e non sognava nemmeno che un giorno lo avrebbero
Si distinse soprattutto ai Mondiali del 1966 in Inghilterra, segnando quattro gol (sia contro l’Uruguay che contro la Russia, entrambe le squadre erano rimaste con 9 giocatori, segnò in entrambe e soprattutto un gran gol contro Lev Yashin, da fuori area).
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