*** (AG.RF 27.04.2014) ore 23:41
(riverflash) – Se ne è andato in punta di piedi Vujadin Boskov, lontano dai riflettori. Martedì 29 aprile i suoi funerali a Begec, sua cittadina natale a 15 chilometri da Novi Sad, in Serbia. Aveva 82 anni e da tempo non si parlava di lui, ma è stato un maestro della panchina, vincendo i titoli nazionali con Real Madrid e Sampdoria. Di lui si ricordano frasi celebri quali «Rigore è quando arbitro fischia», che usava quando gli veniva chiesto di valutare un’azione sospetta alla moviola, oppure «Non sempre cervo esce di foresta», con cui affermava che a volte uno schema offensivo collaudato può non riuscire. Usava quest’ultima frase quando Gullit era con lui alla Sampdoria.
Arrivò in Italia da giocatore nella stagione 1961/62, mediano ingaggiato dalla Sampdoria insieme a Veselinovic. Nel 1952 aveva conquistato l’argento alle Olimpiadi di Helsinki con la Jugoslavia, nazionale che allora comprendeva serbi, croati, sloveni, bosniaci, kossovari, montenegrini e macedoni. Nella stagione 1962/63 Boskov lascia in Italia per giocare in Svizzera, a Berna nello Young Boys, dove inizia la carriera da allenatore. Si trasferisce in Olanda dove conquista la Coppa Nazionale nel 1975 al timone del Den Haag. Nel 1979/80 vince il titolo spagnolo sulla panchina del Real Madrid oltre a due Coppe del Re. Torna il Italia da allenatore e conquista la promozione in Serie A con l’Ascoli del presidente Rozzi.
Poi si trasferisce alla Sampdoria, dove vince uno scudetto (1990-91), due Coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe (1989-90). Sulla panchina doriana arriva anche alla finale di Coppa dei Campioni nel 1992, perdendo ai supplementari col Barcellona. In Italia allena anche Roma, Napoli e Perugia. Mentre per ben due volte diventa c.t. della sua nazionale, con cui finisce la carriera nel 1992 dopo l’Europeo. Da tempo era malato e non si faceva vedere negli stadi.
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