29 Lug 2013
MONTECITORIO VOTA PER 56,3 MILIONI DI RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI, M5S, UNICO CONTRARIO, RINUNCIA A OLTRE 4 MILIONI
di Stefano Celestri (AG.RF 29.07.2013)
(riverflash) – Rimborsi elettorali per una cifra complessiva di 56,3 milioni in un momento che l’Italia è attanagliata da una crisi economica senza precedenti. Sembra un’assurdità visto che in un referendum gli italiani hanno votato per l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. In beffa alla democrazia, cioè in beffa alla volontà popolare, la Camera dei Deputati ha approvato il piano di ripartizione dei rimborsi ai partiti per le elezioni 2013.
Unici contrari i rappresentanti del MoVimento 5Stelle, che ha pure rinunciato a 4 milioni 189mila euro, cioè l’intera cifra che gli sarebbe spettata per le elezioni politiche e per le regionali in Sicilia, Lazio, Lombardia, Molise, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. La cifra tiene conto delle penalizzazioni previste dalla legge e dell’aumento dei contributi privati.
Queste nei dettagli le cifre percepite dai partiti senza considerare il Senato.
La cifra di 48 milioni 665mila euro è stata così ripartita:
PdL 18.674.106,66
PD 18.074.055,84
Lega Nord 5.479.071,41
UDC 3.111.184,39
Scelta Civica 1.351.895,46
SEL 1.123.912,23
Fratelli d’Italia 442.868,49
Introdotti nel 1974 i rimborsi ai partiti sono stati oggetto di scandali e malversazioni. Le tesorerie dei partiti non sono tenute a spiegare l’utilizzo dei fondi erogati dallo Stato grazie alle tasse imposte ai cittadini. Se il politico non fosse ben retribuito e fosse soltanto il portavoce di una base, il più anonimo possibile, potrebbe cambiare le cose. Crediamo sia giusto che un imprenditore ricavi profitto perché crea lavoro e si accolla il rischio d’impresa. Non crediamo, invece, sia giusto che un politico si arricchisca, che crei lobby di affari. La politica è un servizio che costa sacrificio, non una carriera per arricchirsi.
La commissione Affari costituzionali alla Camera sta esaminando il ddl che abolisce il finanziamento pubblico dei partiti, ma intanto i deputati hanno votato a favore del rimborso elettorale. L’intenzione è quella di approvare in commissione il ddl che abolisce il finanziamento ai partiti durante questa estate, tuttavia è stato rimandato al 1 agosto il termine per l’esame del provvedimento, che sarebbe dovuto essere in Aula già venerdì 26 luglio. Si prova a una abolizione graduale, dando tempo ai partiti di trovare donazioni spontanee per finanziarsi.
Se si guarda, ad esempio l’UDC, si pensa a soldi buttati, visto che è crollato alle urne, ma ha incassato 3.111.184,39. Al contrario M5S ha avuto un successo elettorale senza ricevere soldi dagli italiani, usando strumenti a costo zero come la rete web. Buttare i soldi significa poi imporre tasse per trovare il denaro che lo Stato non ha.