AG.RF.(MP).24.06.2014
“riverflash” – Applicazione flessibile del patto di stabilità. E’ questo il concetto espresso da Angela Merkel parlando dell’Italia, frase che tradotta, suona più o meno così: se l’economia è debole, il patto di stabilità e crescita, permette di allungare i tempi per il rientro nei parametri concordati con Bruxelles. E’ stata una nota, diffusa dalla portavoce della cancelliera tedesca ad evidenziarlo, nella quale si legge anche che è possibile, in casi particolari, scorporare dal calcolo del deficit gli investimenti legati alle riforme strutturali. Intanto anche il presidente del Consiglio Ue, Van Rompuy, nel testo che verrà presentato al vertice Ue inserisce la richiesta di fare “pieno uso della flessibilità”. Pronta la risposta del Pd che attribuisce a Renzi il merito di tutto ciò. Dunque la Merkel “concede” una parziale apertura, pur nel rispetto delle fiscali regole europee: d’altronde la flessibilità nel prolungare le scadenze di rientro nei parametri di Bruxelles, in caso di andamento debole dell’economia, non è un concetto nuovo e consente ai Paesi con deficit inferiore al 3% del prodotto interno lordo di “deviare temporaneamente” dalla politica di consolidamento per realizzare investimenti pubblici che favoriscano il rilancio dell’economia. E’ per questo motivo che ora il Partito Democratico “gongola”: “il primo ostacolo è superato e la flessibilità non è più un tabù”. Il merito dunque viene attribuito totalmente al premier Renzi, soprattutto alla sua efficace politica di rilancio e ci si riferisce soprattutto al testo che l’esecutivo Renzi ha recapitato al presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, impegnato a limare il programma con le priorità dei prossimi cinque anni per l’Unione, che verrà presentato durante l’atteso vertice Ue dei capi di Stato e di governo, e che stando alle bozze è incentrato sull’idea che crescita, occupazione e riforme per la competitività debbano essere il cuore dell’agenda continentale. Nel testo inoltre si parla di un obiettivo mirato ad un consolidamento di bilancio differenziato e attento alla crescita per rilanciarla e creare nuovi posti di lavoro senza perdere di vista le riforme, vero e proprio “pilastro” della nuova agenda politica europea.
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