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MEMLING E IL RINASCIMENTO FIAMMINGO ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE

Memling.-Rinascimento-fiammingo-634x396Di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 11.10.2014) (river flash) – L’autunno artistico regala a Roma un’altra grande esposizione, la prima in Italia dedicata ad Hans Memling, il pittore tedesco di formazione fiamminga. Da oggi 11 ottobre 2014 fino al 18 gennaio 2015 le Scuderie del Quirinale riuniranno i capolavori di Memling e non solo, provenienti da raccolte pubbliche e private, tra cui il Groeninge Museum di Bruges, la Royal Collection di Londra, il Museo del Louvre nonché la Frick Collection di New York, la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum di New York, il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona e il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.

Sessantacinque opere in mostra, cinquanta del pittore che divenne il preferito della diaspora italiana a Bruges durante il XV secolo e che influenzò molti colleghi dell’arte italiana, da Leonardo a Raffaello al Ghirlandaio.

L’esposizione, grazie al minuzioso lavoro del curatore del Memling Museum di Bruges, Till-Holger Borchert, studioso dell’arte fiamminga del XV secolo, si compone di sette sezioni. Solo nella prima vi sono le opere anche del presunto maestro di Memling, Roger van der Weyden. Inevitabile il confronto tra i due: in questa sezione sono raccolti i lavori iniziali dell’artista, tra cui la Deposizione di van der Weyden, il Trittico per Jan Crabbe. È nella seconda sezione, invece, che appare il tema delle opere per i committenti italiani attivi nelle Fiandre, testimoniato da una grande tavola lignea di Ignoto maestro napoletano.

La dedizione ai ritratti dell’artista tedesco viene enfatizzata nella terza sezione, dove sono messi a confronto con altri pittori contemporanei belgi. Presenti, tra gli altri, il Ritratto d’uomo della Frick Collection e quello della Royal Collection. Nella sezione successiva a fare da protagonista è la pittura di narrazione di Memling, genere di cui ne fu anticipatore e grazie alla quale accrebbe la stima nei suoi confronti: ne è un esempio la Passione di Cristo, dalla quale molti pittori italiani cominciarono ad esplorare questa nuova tecnica.

È indubbiamente nella quinta sezione, dedicata agli altari devozionali di committenza privata, che si può ammirare un numero consistente di opere mai esposte in pubblico. Costituita a sua volta di tre parti, la sezione ospita La Madonna con Bambino ed Angeli, il Trittico di San Lorenzo della Costa, una parte del Dittico memlinghiano.

Arrivare alla sesta ed ultima sezione, dove si trovano le opere commissionate da famiglie altolocate a Memling e ai suoi contemporanei, segna la fine di un secolo, il XV, e l’inizio di una modernità che in ambito artistico deve molto al tedesco: un’esposizione non solo curata nei minimi dettagli, ma ricca di storia, che dà la possibilità di ripercorrere un secolo dominato da un maestro dell’arte, capace di influenzare i giganti fiorentini e di far parlare di sé anche a cinquecento anni dalla sua morte. 

Memling. Rinascimento fiammingo”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in coproduzione con Arthemisia Group.

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