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MATTIA PRETI, un giovane pittore nella Roma dopo Caravaggio

mattia pretiAG.RF 24.10.2015 (ore 15:41)

(riverflash) – Nell’ambito del programma di eventi celebrativi promosso dal Comitato per il IV centenario della nascita di Mattia Preti, presieduto da Vittorio Sgarbi, e all’interno delle manifestazioni romane legate al Giubileo straordinario coordinate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini ospita per la prima volta a Roma una mostra dedicata alla figura e all’opera del celebre pittore calabrese, uno dei maggiori esponenti dell’arte italiana del Seicento.

Ideata da Vittorio Sgarbi e Giorgio Leone, attuale direttore della Galleria Corsini e curatore dell’esposizione, la mostra è organizzata dal Segretariato Regionale Mibact per la Calabria, diretto da Salvatore Patamia, e dal Segretariato Regionale Mibact per il Lazio, diretto da Daniela Porro, con il finanziamento della Regione Calabria, e sarà aperta dal 28 ottobre 2015 al 18 gennaio 2016.

L’intento è quello di approfondire un aspetto ancora poco chiarito della vicenda artistica del pittore: la sua formazione nella Roma papale dopo la morte di Caravaggio.

Ventidue capolavori provenienti da prestigiose istituzioni europee e italiane, dal Musée des Beaux-Arts di Carcassonne agli Uffizi, dalla Galleria Nazionale di Cosenza alla Pinacoteca di Brera, e da alcune collezioni private italiane, londinesi e svizzere permettono di ripercorrere le tappe iniziali della carriera del “Cavaliere Calabrese” dal suo arrivo a Roma fino al 1649, anno della commissione dello stendardo giubilare di San Martino al Cimino che prelude alla piena affermazione pubblica di Mattia Preti e alle grandi decorazioni dei primi anni Cinquanta del Seicento. Il pittore si trasferirà poi a Napoli nel 1653 e infine a Malta nel 1661, dove morirà nel 1699.

Tra le opere esposte, grazie ai generosi prestiti, sono presenti alcuni interessanti inediti e veri capolavori della produzione giovanile dell’artista, divisa tra committenze private e prime affermazioni pubbliche: il Soldato del Museo Civico di Rende, il Sinite Parvulos e il Tributo della moneta di Brera, per la prima volta messi a confronto con il Tributo della Galleria Corsini, la Negazione di Pietro di Carcassonne, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, il Salomone sacrifica agli idoli e la Morte di Catone di collezione privata, ma anche il Miracolo di San Pantaleo, probabilmente la sua prima committenza pubblica romana.

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