*** (AG.RF 08.04.2015) ore 11:34
(riverflash) – Oltre il 20 per cento dei parlamentari hanno tradito il mandato elettorale, cioè cambiando partito. Nel “Porcellum” non c’erano le preferenze e gli eletti non hanno un proprio serbatoio di voti, ma entrano in Parlamento su indicazione del partito di cui allora facevano parte. Passare da un partito a un altro di schieramento avversario puzza di tradimento elettorale, ma oggi nessuno si vergogna di essere saltato sul carro del vincitore, cioè su quello di Matteo Renzi, il premier più amato dai giornali cartacei, che continua a finanziare, e dai programmi politici RAI, che temono tagli di organico.
Questa mattina ad «Agorà», talk show politico in onda su RAI TRE, il conduttore Gerardo Greco ha invitato due renziane dell’ultima ora, orgogliose di comparire in tv in veste di esponenti del PD e senza l’imbarazzo di aver preso in giro chi le ha votate. Parliamo di Irene Tinagli e di Manuela Repetti. La prima era stata eletta in Emilia Romagna nella lista «Con Monti per l’Italia» che a Montecitorio ha costituito il gruppo di Scelta Civica, che ha lasciato a febbraio 2015. Un sorriso beffardo a chi l’ha votata, pensando alla formazione di un nuovo polo di centro. Al centro Irene Tinagli in realtà è rimasta fedele perché Renzi ha spostato il PD al centro e questa mattina non ha mancato di polemizzare con il compagno di partito Piero Fassino, di estrazione comunista. Irene Tinagli nel 2008 partecipò alla costituzione del PD da cui si dimise dopo pochi mesi con lettera aperta a Veltroni.
Più clamoroso il salto della barricata di Manuela Repetti che il 31 marzo ha lasciato Forza Italia per entrare nel Gruppo Misto insieme al marito Sandro Bondi, ex-fedelissimo di Berlusconi e ai tempi dei crolli a Pompei ministro dei Beni Culturali. La Repetti si è dichiarata affascinata dal centro-sinistra moderno che Renzi rappresenta. Un’attrazione legittima che l’ha portata nell’orbita del partito dominante, ma con troppe mele marce. Forse servirebbe al PD una base che, collegata on line, decreti a maggioranza l’espulsione degli indegni. La stonatura è che Manuela Repetti nel 2013 è stata eletta al Senato con i voti del Popolo della Libertà, che in campagna elettorale si scagliava contro gli ex-comunisti del PD.
In Italia non c’è il vincolo di mandato, cioè l’obbligo di restare fedele per tutta la legislatura alla forza politica che li ha fatti eleggere. Una carenza perché un parlamentare può non sentirsi più in linea con il partito e scegliere di abbandonarlo rassegnando le dimissioni per fare entrare al suo posto un’altra persona in linea con le aspirazioni di chi ha votato. Questione di buon gusto, tra persone di buon gusto le leggi non sono sempre indispensabili. A volte basta un gentlemen agreement, un patto non scritto tra gentiluomi. Abbiamo però dei dubbi su come la parola gentiluomo si coniughi con la politica italiana.
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scempio dice:
Pubblicato il 08-04-2015 alle 14:14
Di banderuole l’Italia ne ha pieni i cogl…i. Quersti, come la maggior parte dei politici bisogna farli lavorare in miniera con turni di almeno 15 ore al giorno e nel tempo libero solo pedate in cul…………cosa si meritano????????????????