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MALATO DI SLA MUORE DOPO DUE GIORNI DI PRESIDIO A ROMA

b3bc074d38751aec50abe8a92fa4ca6e-U430002744320887yF-U430006600369190GI-180x140@Corriere-Web-Sezioni[1]AG.RF.(MP).24.10.2013

 

“riverflash” – Era un disabile grave e nonostante tutto, era venuto fino a Roma, per chiedere quello che, per questi malati, dovrebbe essere un diritto: l’assistenza domiciliare. Mariangela Lamanna, moglie della vittima, Raffaele Pennacchio, medico 55enne, malato di Sla, ha sfogato tutta la sua rabbia, raccontando che il marito ha dovuto affrontare 9 presidi in un anno e mezzo, nel tentativo di farsi ascoltare, per chiedere cioè più fondi per l’assistenza domiciliare dei disabili gravissimi.  Lamanna ha raccontato che, il marito dopo l’incontro con i rappresentanti del governo, sembrava semplicemente stanco, ma rientrato in albergo, si è sentito male, anche forse perché la notte prima, era rimasto davanti al Ministero dell’Economia, dormendo in ambulanza. Ieri c’era stato dunque, un incontro che sembrava essersi concluso in modo positivo, poiché c’era, da parte del governo, un impegno per l’aumento del fondo per la non autosufficienze e per l’assistenza domiciliare ai malati gravi ma Pennacchio non ce l’ha fatta ed è morto, probabilmente a seguito del forte stress, come confermato anche dalla moglie, in quanto il decesso è avvenuto il modo improvviso per un problema cardiaco. I funerali si svolgeranno nella giornata di venerdì. Un malato di Sla può costare ai familiari fino a 100mila euro l’anno: una cifra improponibile.

 

 

 

 

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