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MA QUANTO E’ VECCHIA L’ITALIA?

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AG.RF.(Claudio Peretti). 22.07.2014

 “riverflash” – Ci lamentiamo perché paghiamo troppe tasse, che impediscono ai nostri prodotti di essere venduti e che quindi non si riesce più a creare lavoro, per cui aumentano i disoccupati. Già, perché non mi stancherò mai di ripeterlo: lavorare per fare cosa? Ma possibile che ci abbiano ipnotizzati, plagiati tutti? A cosa serve fare nuove leggi sul lavoro se poi non si riescono a vendere le cose che si fanno con questo benedetto lavoro? Ovvio: è il nostro stato che costa troppo, ci chiede troppe tasse e non si fa più nulla perché più nulla può essere venduto ai prezzi che comprendono anche le tasse…Ma a guardare bene, perché lo stato ci costa così tanto? La risposta è semplice: perché il nostro stato è vecchio e composto da vecchi, vecchie istituzioni, vecchi dirigenti, vecchie abitudini e così via. Persino i nuovi governanti, tutti giovani, non si rendono conto di questo: Renzi aveva iniziato bene con la storia della rottamazione, già, ma lui voleva rottamare solo le persone, mentre qui si tratta di rottamare gran parte del nostro stato. Pensiamo a come è composto del punto di vista del territorio: comuni, province, regioni, stato: qualcuno si è mai chiesto a cosa servono tutte queste istituzioni? Le province le avevano inventate i romani 2000 anni fa, i comuni sono nati subito dopo il medio evo, le regioni sono il frutto delle vecchie dominazioni dei Borboni, dello Stato del vaticano, dei Savoia e così via. Ma, dico, nel periodo di internet, dei cellulari dei treni superveloci, del trasporto aereo, siamo sicuri che serva ancora tutto questo? Una volta, senza tutti questi mezzi di comunicazione e trasporto, certamente era necessaroe per controllare il territorio, ma oggi? E’ ovvio che tutto questo costa, poi ci sono le questure e le prefetture, anch’esse inventate dai romani, poi ci sono i notai, inventati nel medio evo per annotare i passaggi di proprietà garantiti dai vassalli e dai valvassori (allora quasi nessuno sapeva leggere e scrivere, certo, quindi servivano i notai, coloro che annotano). Ma oggi, a cosa serve tutto questo? Ad aumentare le spese dello stato, che poi ha bisogno di tasse per mantenerlo. Poi c’è la duplicazione dei carabinieri e della polizia: a che servono due forze per mantenere l’ordine pubblico? Ricordiamoci che il corpo dei carabinieri è stato istituito dal vecchio re savoiardo Vittorio Emanuele Primo, ma sono una duplicazione con la polizia di stato: cosa che comporta doppi generali, doppi colonnelli, doppie caserme, doppi approvvigionamenti e così via. L’elenco delle antichità del nostro stato non finisce qui, c’è ben altro e ci vorrebbero svariate pagine per descriverle tutte: lo stato si comporta come uno che ha il telefono in casa ma non lo sa usare e, per dire qualcosa ai suoi amici e parenti, deve andarli a trovare tutti: un gran dispendio di energie, non vi pare? Ecco dove sta il problema, il nostro stato ha tutte le tecnologie del 2014 ma vive ancora come se fossimo ai primi del ‘900, per cui la spesa è doppia, una per acquistare le tecnologie, l’altra per riempirsi di personale che lavora come si lavorava un secolo fa’. Morale, i nostri politici ed i nostri governanti sono vecchi dentro, anche se sembrano giovani.

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