AG.RF.(redazione).16.06.2015
“riverflash” – Ci è appena giunta in redazione una lettera che pubblichiamo volentieri:
“Caro direttore,
sono la mamma di un giovane ragazzo che, per un piccolo incidente domestico, si è dovuto recare in un Pronto Soccorso pubblico romano, a seguito di un profondo taglio sul piede, causato da un vetro appuntito. Il taglio causato dal vetro appuntito era piuttosto profondo, mio figlio ha subito iniziato a perdere sangue ed io, preoccupata, ho chiamato un ambulanza per farlo soccorrere. Nel frattempo avevo avvolto il piede in un grande asciugamano per tamponare la ferita e il sangue che sgorgava e grazie al 118, siamo arrivati velocemente in un grande e famoso ospedale romano. Subito al ragazzo è stato assegnato un numero ed è stato messo su una sedia a rotelle, vista l’impossibilità di camminare. La fuoriuscita di sangue della ferita, stava lentamente migliorando ma era già un’ora che ci trovavamo lì e nessuno, né infermieri, né tantomeno medici, si sono occupati di lui, che sicuramente non era grave, ma aveva comunque un problema. Abbiamo aspettato circa 5 ore in quelle condizioni, quando finalmente, il ragazzo è stato chiamato: la persona che l’ha accolto, ha subito dichiarato: “mi sa che qui ci vuole un medico….” “Ma va? Ho pensato io e se avesse continuato a sanguinare, qualcuno se ne sarebbe accorto? Dopo ore di attesa, li sono stati applicati dei punti, (tutto rigorosamente senza un minimo di anestesia) e gli è stato detto che i tendini del quarto e quinto dito erano lesionati e quindi sarebbe stato operato due giorni dopo, per l’applicazione di alcuni fili interni, che lo avrebbero costretto a letto per 60 giorni. A quel punto, non essendo convinti della soluzione e visto che mio figlio paga regolarmente un’assicurazione malattia, abbiamo deciso di ricorrere alla sanità privata e così, pagata la franchigia prevista dal contratto, abbiamo organizzato l’intervento in una clinica privata, intervento che è avvenuto in day hospital, con un professore specializzato nella ricostruzione dei legamenti. Morale: l’intervento è riuscito perfettamente, non è stato necessario applicare fili interni come ci era stato detto in ospedale e mio figlio è uscito dalla clinica dopo alcune ore, camminando con le sue gambe. A distanza di 2 settimane dall’intervento, ha già ripreso la sua vita normale, anche se con un po’ di cautela. Ci tenevo a raccontarle questa storia, per sottolineare come la sanità pubblica non funzioni affatto e spesso sia anche causa di ulteriori problemi: la disorganizzazione dei Pronto Soccorso e le attese sono assolutamente improponibili per un cittadino “normale”, che ha bisogno di cure. Ora io le domando: se non avessimo avuto la possibilità di ricorrere alla sanità privata, cosa sarebbe successo? Veramente il ragazzo avrebbe dovuto trascorrere due mesi a letto, con tutte le conseguenze del caso, mentre tutto ciò si è tramutato in poche ore trascorse in una clinica? Chi non ha la possibilità di curarsi privatamente, cosa e come deve fare per avere accesso alle cure? La sanità italiana è veramente “impresentabile”….
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Grognards dice:
Pubblicato il 05-07-2015 alle 17:12
[…] MA PER CURARTI TI DEVI RIVOLGERE ALLA SANITA’ PRIVATA…. (SE HAI LA POSSIBILITA’ DI FARLO)….. […]
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MA PER CURARTI TI DEVI RIVOLGERE ALLA SANITA’ PRIVATA…. (SE HAI LA POSSIBILITA’ DI FARLO)….. - Grognards dice:
Pubblicato il 13-09-2016 alle 02:58
[…] MA PER CURARTI TI DEVI RIVOLGERE ALLA SANITA’ PRIVATA…. (SE HAI LA POSSIBILITA’ DI FARLO)……. […]