29 Set 2013
MA IO SONO VERAMENTE IMPORTANTE PER IL MIO CANE? LO SCONCERTANTE RISULTATO DI UNA RICERCA UNGHERESE
“riverflash” – Il mio cane è veramente legato a me, mi vuole bene come gliene voglio io? Chi di noi non si è mai posto questa domanda? Il dubbio nasce dal fatto che, durante un esperimento, i cani hanno dimostrato affetto verso un computer che dava loro da mangiare….Ma era affetto vero? Nei giorni scorsi, sui quotidiani inglesi e italiani sono stati riportati i risultati di una recente ricerca ungherese, pubblicata sulla rivista scientifica “Animal Cognition”. Dall’indagine risulterebbe che i cani sarebbero “opportunisti”, in grado anche di affezionarsi ad un robot, purchè dia loro da mangiare… L’esperimento è stato così condotto: in una stanza è stato posizionato un robot con due lunghe braccia meccaniche ricoperte da guanti bianchi, ed un computer al posto della “faccia”. Successivamente vengono fatti entrare alcuni cani con i loro proprietari che interagiscono con i robot, li toccano, parlano con loro e poi se ne vanno. Nella stanza resta un cane solo, al quale il robot indica con il braccio una ciotola che contiene il cibo e proprio in quel momento, accade qualcosa di inaspettato: il cane si avvicina contento alla ciotola, scodinzola, annusa la mano meccanica e guarda in faccia il suo “amico” robot. Alla luce di ciò, si potrebbe pensare che i cani siano ingrati con i loro padroni, ma attenzione, le cose non stanno proprio così. Infatti ad una lettura più attenta della ricerca, sembra proprio il contrario: il cane è disposto ad avvicinarsi al robot, solo quando ne riconosce gli atteggiamenti umani. Il cane infatti, secondo l’opinione di una ricercatrice cinofila, ha una vita emozionale molto complessa e quindi “l’affetto non si compra con una ciotola di cibo, ma è il risultato di una relazione quotidiana di scambio reciproco e rappresenta la risposta fisiologica di un cane che si avvicina naturalmente ad una mano che gli porge o indica del cibo. E’ normale che un cane, guidato dal suo olfatto, si avvicini ad un oggetto meccanico, ma da lì a creare un legame con l’oggetto in questione ce ne corre. Le ragioni per cui un cane si affeziona ad un essere umano vanno ben al di là della semplice soddisfazione dei bisogni primari (mangiare, bere, dormire, avere un riparo, fare un po’ di movimento ogni giorno)”. A supporto delle parole dell’esperta, c’è la piramide dei bisogni di Maslow messa a punto nel 1954 in psicologia umana e applicata efficacemente da recenti studi alla relazione uomo-cane. Sicurezza e protezione, appartenenza al gruppo (anche composto da un solo umano), bisogno di varietà e di gioco sono solo alcuni dei tanti aspetti su cui si costruisce un rapporto affettivo con “l’amico a quattro zampe” che abbiamo scelto di ospitare a casa nostra. I proprietari dei cani, possono stare tranquilli allora, il vostro “amico” vi ama e vi da affetto: basti pensare che passa tutta la sua vita a cercare di capire cosa gli stiamo dicendo ogni giorno, ad avere pazienza e starci vicino nelle nostre giornate “no”, quando magari siamo meno disposti alle coccole, ad aspettare che diamo loro la giusta attenzione, ad ubbidire e a non chiedere nulla se non un po’ di amore. “Perciò prima di pensare di avere in casa un opportunista, bisogna riflettere bene, e lo scodinzolio del cane alla vista del robot (scambiato per affetto), altro non era se non la normale risposta al suo sensibilissimo olfatto….” Tutto nella norma quindi… i nostri cani ci adorano, al di là dei “singolari e strani” esperimenti messi in pratica dagli ricercatori…..