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“MA IO NON MOLLO” : LA PROMESSA/MINACCIA DI BERLUSCONI DOPO LA CONDANNA

955471 Lettura della sentenza della Cassazione sul processo MediasetAG.RF. (MP) 02.08.2013

“riverflash” – Alla fine è andata come doveva andare: Silvio Berlusconi è stato condannato anche in cassazione a 4 anni di carcere ed è stata rinviata ad ottobre la decisione per la pena “accessoria”, cioè l’interdizione dagli uffici pubblici. Dunque i 4 anni stabiliti, si ridurranno ad uno solo, e Berlusconi insieme ai suoi avvocati, potrà scegliere di trascorrerli agli arresti domiciliari o dedicandosi ai servizi sociali. Egli dunque ieri sera ha commentato la sentenza in un videomessaggio, affermando ancora una volta la sua convinzione in merito alla irresponsabilità della magistratura e con la stessa forza, ha dichiarato che resterà in campo con Forza Italia e “chiederemo agli italiani la maggioranza”. “Dopo l’impegno profuso in quasi 20 anni di vita politica a favore del mio Paese, arrivato quasi al termine della mia vita attiva, ricevo delle accuse fondate sul nulla e mi viene addirittura sottratta la libertà personale e i miei diritti politici”. Sono state queste le sue prime parole, a poche dalla sentenza che lo ha visto condannato per frode fiscale in merito ai diritti Mediaset e l’ex premier è apparso in televisione, stanco e stressato, com’è poi nel suo stile, mai sconfitto. Ed è tornato ancora sulla magistratura, scagliandosi contro: “ gran parte della magistratura è irresponsabile, con magistrati non eletti dal popolo ed è diventata il potere dello Stato che di fatto ha condizionato tutta la politica italiana”. Berlusconi si sente quindi un perseguitato, “trattato con una violenza incredibile dalla magistratura che lo ha accusato in processo senza alcun fondamento, con un accanimento giudiziario senza  precedenti”. Ora però egli vuole guardare avanti, l’obiettivo primario è quello annunciato qualche tempo fà: la costruzione o meglio ricostruzione del partito di Forza Italia che dovrebbe avere il compito di aggregare i giovani, quelli determinati e volenterosi per continuare una storia politica iniziata da 20 anni: “non finisce qui”, ha affermato in uno scatto d’orgoglio che appartiene in tutto e per tutto al personaggio (nel bene o nel male) che egli rappresenta. E questa condanna è naturalmente piaciuta molto alla sinistra che non è rimasta in silenzio, ma ha voluto esprimere il proprio parere: “siamo di fronte ad una prova provata della caduta di autorevolezza di un’intera classe dirigente”, ha dichiarato il leader del Sel, Niki Vendola, mentre il segretario “a tempo” del Pd, Guglielmo Epifani dichiarava: “la sentenza va rispettata, eseguita e applicata”. Anche l’ex pm Antonio di Pietro è rispuntato fuori affermando che “ora si ha la certezza che Berlusconi è un evasore fiscale e, come tale, non era degno di governare l’Italia ieri, né oggi è degno di rappresentare le istituzioni”; concetto rafforzato da Antonio Ingroia che ha così commentato la sentenza:  “il leader di uno dei due principali partiti di governo è da oggi un pregiudicato condannato a quattro anni; sarebbe uno schiaffo ai cittadini per bene e onesti e alla reputazione internazionale dell’Italia che questo stesso partito resti ancora un secondo di più alla guida del paese. La domanda che mi pongo è la seguente: come farà ora il Pd a convivere con Berlusconi, il padrone del partito suo principale alleato?”. Anche Marco Travaglio ha rafforzato il concetto: “Silvio Berlusconi è un pregiudicato, c’è un sentenza definitiva che lo condanna alla detenzione per frode fiscale, un gravissimo reato ai danni dello Stato”. Infine “lo stile” Grillo: “Berlusconi è morto, viva Berlusconi! Paragonando l’ex premier alla “caduta del muro di Berlino”. Queste in sostanza le dichiarazioni degli “avversari/alleati del Pd e ora che succederà? Nessuno può dirlo… Resta solo una un’inquietante dubbio relativo al fatto che in questo difficile momento, l’unica a perdere sia proprio l’Italia…

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