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MA IL NOSTRO STATO FUNZIONA ANCORA?

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AG.RF.(Claudio Peretti).06.02.2016

“riverflash” – Ieri è comparsa questa notizia: Prof. licenziato perché, anni fà, fece pipì in un cespuglio.

E tutti gli extracomunitari, rifugiati, clandestini che insozzano le nostre strade ed i giardini pubblici con tutti i loro bisogni? E tutti gli zingari che rovistano nei bidoni della spazzatura buttando tutto fuori ed infischiandosene della decenza e della pulizia urbana? E tutti quelli che portano a spasso i cani e non ne raccolgono gli escrementi?

E poi, facendo un esame di coscienza, chi di noi maschietti non ha mai fatto pipì in un cespuglio?

Si, ma ieri hanno approvato la nuova legge per cui non si possono gettare le cicche delle sigarette per strada, pena grandi multe….

E tutto il resto? Ma si rendono conto questi governanti, questi politici, che fare le leggi e non avere poi la forza e la deterrenza per farle rispettare non serve a nulla? Anzi, è controproducente, serve solo a farsi prendere in giro. E poi, fra buttare a terra le cicche delle sigarette e lasciare che gli zingari facciano i loro comodi coi cassonetti della spazzatura insozzando tutto l circondario, ci sarà una bella differenza: bene, ma ora gettare a terra le cicche è fuorilegge, mentre tutto il resto è accettabile.

Ma avete visto in che condizioni versano a Roma i cassonetti per la raccolta differenziata? Vicino a casa mia ce n’è uno su cui è chiaramente scritto che serve per la carta: ci buttano dentro di tutto, spazzatura non differenziata, plastica, cassette di legno. Io capisco che qualcuno non sappia leggere, ma solo qualcuno, non tutti. Questa è l’educazione dei romani, questi sono i politici scelti col lanternino fra il nostro popolo di menefreghisti, cosa vogliamo farci, non si può cavare il sangue dalle rape, come dice il proverbio.

Per cui rassegniamoci, è inutile prendersela solo coi politici: loro non vengono da Marte, sono persone come noi, con la media di cultura e di senso civico dei nostri cittadini… Forse è giunta l’ora di recitare il “mea culpa”, se il nostro stato non funziona dipende molto da noi cittadini, se non ci comportiamo in maniera civile ed educata e non rispettiamo il nostro prossimo, come possiamo pensare che gli altri rispettino noi? Per cui, tornando al titolo di questo articolo, siamo noi che non facciamo funzionare questo stato, o perché non lo sappiamo fare o perché la cosa ci sta bene così com’è.

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