AG.RF.(redazione).24.11.2016
“riverflash” – Il vicepresidente del Consiglio comunale di Bologna e un suo collaboratore, sono attualmente indagati per presunte irregolarità nella raccolta di firme del Movimento 5Stelle. L’inchiesta segue quella di Palermo, dove sono stati spediti i primi “inviti” a comparire davanti ai pm. Dunque, dopo Palermo, anche Bologna: nella città emiliana, ci sono quattro indagati per presunte irregolarità nella raccolta firme del Movimento 5 Stelle. I fatti risalgono alle regionali del 2014 e il fascicolo è stato aperto dopo l’esposto di due militanti del movimento. Immediata la reazione di Beppe Grillo sul suo blog: “Nel Movimento chi sbaglia va via, senza sconti. Siamo gli unici a farlo. Negli altri partiti, su tutti il Pd, l’abbruttimento, le falsità, le condanne, gli sprechi di denaro pubblico sono la chiave per fare carriera politica”. Tra gli indagati bolognesi c’è anche Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale. L’indagine riguarderebbe una violazione del Testo unico 570 del 1960 e Piazza sarebbe coinvolto in qualità di “certificatore” con un suo collaboratore e altre due persone. Tra le contestazioni, nel fascicolo del pm Michela Guidi, ci sono quelle di aver autenticato firme non apposte in loro presenza oppure in luogo diverso rispetto al requisito di territorialità e in mancanza della qualità del pubblico ufficiale. E il vicepresidente replica: “Con avviso di garanzia mi autosospenderò. Qualora la procura dovesse confermare le notizie di stampa e mi arrivasse un avviso di garanzia – afferma Piazza in un post sul sito di Beppe Grillo – mi autosospenderò immediatamente in attesa di chiarire la vicenda. Sto vivendo una brutta esperienza, ma questa deve essere l’occasione per ribadire la nostra trasparenza e serietà in ogni momento”. A Palermo invece, sono 10 gli indagati per le firme false, per la presentazione delle liste alle comunali del 2012. Si tratta dei deputati nazionali Riccardo Nuti e Claudia Mannino, i parlamentari regionali siciliani Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, gli attivisti Samanta Busalacchi, Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso e Francesco Menallo, il cancelliere del tribunale Giovanni Scarpello e un decimo esponente che avrebbe avuto un ruolo minore nella vicenda. Secondo gli inquirenti, alcuni attivisti, dopo aver notato un errore nella trascrizione anagrafica dei dati di un candidato, avrebbero deciso di ricopiare le firme raccolte a supporto della lista in elenchi poi depositati, violando così il testo unico 570 del 1960. Le firme false sarebbero 1.400 su 1.900 totali.
Categoria: Politica | Tag: "riverflash RF", autosospensione, avviso di garanzia, Beppe Grillo, Bologna, errore, indagati, marco piazza, movimento 5stelle, Palermo, trascrizione
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