4 Nov 2013
LO SCANDALO DEGLI «SPEEDY CHECK»: SONO ILLEGALI MA I COMUNI LI STANNO INSTALLANDO
AG.RF 04.11.2013 (N.A.)
(riverflash) – Spuntano come funghi dalla sera alla mattina e si trovano sempre più spesso a bordo delle strade comunali o provinciali. Si chiamano “speed check” o “velo ok”, a seconda della ditta che li produce, e i comuni li stanno installando come deterrenti alla circolazione veicolare. Tutto bello e interessante se non fosse che il Ministero dei Trasporti, con due circolari (una del 24 luglio 2012 e la più recente del 30 settembre 2013) ha ribadito quanto già espresso: gli speed check non sono a norma e andrebbero rimossi.
In alcuni casi, come in provincia di Alessandria e di Bergamo, sono stati addirittura protagonisti di incidenti mortali. Motociclisti li hanno infatti centrati e sono deceduti. In campo è scesa anche una associazione di consumatori, la Globo di Alessandria, che ha aperto una serie di procedimenti legali. Al punto da coinvolgere anche il Ministro dei Trasporti e Infrastrutture che, con lettera del primo direttore generale, ha specificato quello che la gente sa, ma i Comuni ignorano. Ovvero che “i manufatti in questione non sono inquadrabili in alcune delle categorie previste dal nuovo codice della strada e dunque per essi non risulta essere concessa alcuna omologazione ovvero approvazione ai sensi dell’articolo 45 c 6 del codice e dell’articolo 192 c2 c3 del regolamento. L’eventuale impiego come componenti della segnaletica non può essere autorizzato in quanto i manufatti non sono riconducibili ad alcuna delle fattispecie riconosciute dal vigente regolamento. Nel caso di installazione a bordo strada deve essere valutata la possibilità che tali manufatti possano costituire ostacolo e pertanto esiste l’opportunità di proteggerli adeguatamente ai sensi della vigente normativa in materia di dispositivi di ritenuta”.
Quindi il Ministero è stato chiarissimo, ma Comuni e Province pare non ci sentono, tanto che ormai per essi si ipotizza anche il reato di danno erariale: spendere soldi per qualcosa che non è in regola, è infatti reato. Il costo di ogni “scatolotto” varia da 2 mila euro a 5 mila euro, e di solito i comuni li acquistano per trattativa diretta. La palla potrebbe passare alla magistratura, specie dopo la presa di posizione del ministro. Hai visto mai che una parte dei 7 miliardi di euro, che vengono spesi inutilmente in opere stradali con la scusa della sicurezza, potrebbero servire a coprire altri servizi tagliati dai comuni? Come le mense per i bambini o l’assistenza agli anziani.
Fonte: Avvenire
Pubblicato da Nathan AlgrenR Les Grognards