17 Gen 2013
L’ITALIA PUNTA FORTE SULL’INDUSTRIA DEL GIOCO, MA CRESCONO I GIOCATORI COMPULSIVI
(riverflash) – L’Italia alza la posta del gioco per trovare parte dei soldi di cui ha bisogno. Saranno messi in esercizio 1.000 nuovi apparecchi d’intrattenimento collocati in bar, ristoranti, pubblici esercizi e, soprattutto, sale da gioco. Autentici Casinò, con la sola differenza che manca il croupier umano. Quanto agli apparecchi d’intrattenimento, sono più conosciuti nel mondo con il nome di “slot machines”.
Un’idea per raggranellare denaro facile per un governo alle prese con enormi debiti pubblici, ma con la concreta preoccupazione che il governo stia alimentando una crescente dipendenza dal gioco (Gamblers Addiction).
Gli italiani tra i più grandi giocatori del mondo. Nel “Bel Paese” vive solo l’uno per cento della popolazione del pianeta, ma rappresenta quasi un quarto del mercato globale dei giochi.
L’anno scorso, l’industria del gioco ha fatto registrare un fatturato di circa 24 miliardi di dollari.
I dati confermano una crescita esponenziale del gioco in Italia dal 2002, perché allora il fatturato era pari a 9 miliardi di dollari.
Lo Stato si auspica di allargare l’attuale mercato, puntando sul lancio di nuove “slot machines”, che sono l’attrazione irresistibile per i giocatori compulsivi, molto più delle scommesse ippiche (in calo costante), delle scommesse sportive e delle sale Bingo.
Il numero di giocatori d’azzardo patologicamente dipendenti, però, è in aumento.
Gli studi indicano che ci sono circa 17 milioni di giocatori attivi in Italia, che rappresentano circa il 28 per cento della popolazione. E si teme che possano essere 800.000 le persone malate di problemi di gioco compulsivo.
Il mercato globale del gioco d’azzardo è enorme, impostato per fatturare annualmente mezzo trilione di dollari. L’Asia è ancora il continente leader, avendo generato un incasso superiore a 145 miliardi di dollari l’anno scorso, ma l’Europa sta recuperando terreno con un fatturato complessivo per il 2012 di oltre 120 miliardi di dollari , e l’Italia è all’avanguardia. Indubbiamente una risorsa per le casse dello stato, ma va rilevata anche una scarsa attenzione nel contrastare il costo sociale del gioco d’azzardo.
Alcuni dati che confermano come il comparto dei giochi sia diventato molto redditizio negli ultimi anni, da quando, cioè, l’Italia ha ammorbidito le sue leggi sul gioco, una volta severe:
– Nel 2011 il governo ha permesso l’introduzione degli apparecchi video-poker legali.
– Gratta e Vinci è stato legalizzato in Italia nel 1994.
– L’italiano medio perde circa 500 dollari l’anno da gioco d’azzardo.
– L’Italia ha la quinta più alta spesa pro capite per il gioco d’azzardo in tutto il mondo.
– L’Italia è sotto pressione per aumentare le entrate dello Stato e contribuire a pagare il debito pubblico.
– La disoccupazione in Italia ha toccato il picco più alto degli ultimi 13 anni.
AG.RF 17.01.2013