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L’INFERNO DELLE SPOSE BAMBINE NELLO YEMEN

kharazAG.RF 15.02.2015 (ore 23:08)

(riverflash) – Zainab è somala, fuggita dalla sua terra d’origine in guerra, ha cercato rifugio con la sua famiglia in Yemen, paese che da anni accoglie i rifugiati somali.

 La vita di Zainab è diventata un inferno da quando, a 12 anni, ha perso entrambi i genitori. Affidata, con la sorella maggiore Ayan, ad una zia, ha dovuto patire continue violenze e vessazioni da chi invece aveva il compito di proteggerla e accudirla.  Fino al punto di essere ceduta in sposa ad un uomo di 45 anni, stesso destino di Ayan. Divenute così spose bambine, si sono aggiunte alle altre migliaia di ragazzine che la pratica del matrimonio precoce strappa all’infanzia: si stima che ogni giorno 39.000 bambine nl mondo vengano costrette al matrimonio. È un fenomeno tristemente diffuso in Yemen, dove il  32% delle ragazze vengono date in sposa molto prima dei 18 anni, il più delle volte coercitivamente.

 Il matrimonio precoce è a tutti gli effetti una negazione dei diritti dell’infanzia: bambine private del diritto al gioco e di ogni possibilità di scelta, subiscono vessazioni, violenze e abusi dagli uomini a cui sono date in sposa, di molti anni più grandi, che ne controllano l’intera esistenza. Diventano i tasselli inconsapevoli della  compravendita umana che regge le economie familiari, madri in età troppo precoce, gli viene negato il diritto all’istruzione e diventano del tutto dipendenti dal marito-padrone a cui vengono date in moglie, perpetrando il circolo di povertà ed esclusione che attanaglia molte donne nei paesi più poveri.

 kharaz_children_0Questo era il futuro che aspettava Zainab e Ayan, spose bambine che hanno deciso di ribellarsi a questa condizione. Le due ragazze, infatti, decidono di fuggire, consapevoli che quella fuga avrebbe potuto costargli la vita. Arrivano alle porte di Basateen, un’area urbana vicino ad Aden. Qui le due ragazze vengono trovate dalla polizia locale, a cui raccontano delle violenze subite prima dalla zia, poi dei maltrattamenti dei mariti a cui le aveva cedute.

 

Fonte: INTERSOS

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