AG.RF 13.05.2017
(riverflash) – Mozia era un’antica città fenicia, situata sull’isola di San Pantaleo che è vicina alla costa occidentale della Sicilia nei pressi di Marsala. Un luogo archelogico importante e Sabrina Sciabica, che su RiverFlash scrive di eventi artistici e culturali, ci ha ambientato il suo primo romanzo. Una storia d’amore con il mare sullo sfondo e il colore del sole siciliano, perché Sabrina è nata a Palermo e si reca spesso a Marsala, pur vivendo a Roma da una decina d’anni.
Qualche accenno alla storia che tiene insieme il libro «L’imbarcadero per Mozia», presentato a Roma giovedì 11 maggio: “Dalla banchina Antonio osserva il mare plumbeo accarezzare il profilo antico dell’isola e, stagliata sull’orizzonte, la bellezza eterea di Gisella. inizia un lungo corteggiamento, fatto di brevi ma intensi incontri, finché i due intrecciano una vera e propria relazione. Tutto è felice, perfetto e insieme all’amore anche la vena poetica di Antonio sembra vivere una nuova stagione. Ma un’ombra si affaccia all’orizzonte, minacciosa come la prima vela siracusana nei placidi mari moziesi”.
Mozia, città fenicia, nel IV secolo avanti Cristo, si dovette difendere da un tentativo di invasione dei Siracusani e il libro di Sabrina Sciabica è un romanzo per molti versi storico, nelle intenzioni archeologiche che scavano a fondo nei sostrati psicologici dei personaggi e nell’impianto lirico, animato da uno stile che, alternando il verso alla prosa, rievoca il dialogo classico e tragico tra coro e attore.
«L’imbarcadero per Mozia» è stato presentato presso l’enoteca Mostoqui, in zona Conca d’Oro, forse a richiamare la visita alle Cantine Florio menzionata da Sabrina nel suo romanzo, insieme al profumo del legno che contiene il vino.
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