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LIBIA, PRIMO MINISTRO RAPITO E RILASCIATO IN POCHE ORE

FT AG RF 10.10.2013libia

TRIPOLI (RIVER FLASH)- Rapito e rilasciato dopo alcune ore. E’ giallo su quanto accaduto al primo ministro libico Ali Zeidan, prelevato all’alba di oggi dall’hotel Corinthia dove risiede a Tripoli da un gruppo di uomini armati per essere portato in un luogo sconosciuto e poi consegnato, dopo una mattinata di accuse e smentite, alla sicurezza dell’ufficio del presidente del Congresso nazionale libico.

Ali_Zeidan

Il rapimento è stato rivendicato da un gruppo di ex ribelli libici legato alla maggioranza islamica in Parlamento, conosciuto come la ‘Camera dei rivoluzionari di Libia’, che ha definito l’azione un “arresto” legato alla cattura, da parte degli Usa, di Abu Anas al-Libi, ritenuto uno dei leader di al-Qaeda. “L’arresto, ha infatti precisato il portavoce del gruppo citato da ‘al-Arabiya’, arriva dopo il comunicato di John Kerry , il quale ha affermato che il governo libico era stato messo al corrente dell’operazione” che sabato a Tripoli ha portato alla cattura di Nazih Al Ruqai, meglio noto come Abu Anas al-Libi, ritenuto la “mente” degli attentati dell’estate 1998 contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania, che causarono oltre 220 morti.

Ad autorizzare l’arresto sarebbe stato il governo, da cui il braccio armato dipende. Sulla loro pagina Facebook, gli ex ribelli hanno spiegato infatti che Zeidan ”è stato arrestato in base a quanto prevede il Codice penale libico su mandato del pubblico ministero”. Il gruppo ha quindi aggiunto di essere in stato di massima allerta ”per via del peggioramento della sicurezza e i danni alla sovranità del Paese commessi da organizzazioni di intelligence straniere”.

Non si è fatta attendere, però, la presa di posizione ufficiale dell’ufficio del procuratore generale di Tripoli, che ha smentito di aver emesso un mandato di cattura per Zeidan. In un comunicato ufficiale, inoltre, la Procura ha condannato quello che ha definito il ”rapimento” del premier libico, spiegando che i responsabili dovranno essere puniti in base a quanto prevede la legge.

Su Internet è stata anche diffusa una fotografia del blitz: l’immagine mostra il premier senza occhiali e con una camicia marrone semiaperta, tenuto sotto braccio da due persone in borghese.

“Dietro l’azione di stamattina non ci sono né al Qaeda né i federalisti della Cirenaica, ma la ‘Camera delle operazioni dei rivoluzionari’, che non sono terroristi”, chiariscono ad Aki-Adnkronos international fonti nella capitale libica, spiegando che l’operazione contro Zeidan “si inserisce in un clima di forte sfiducia nei confronti del governo e del premier”, che, a questo punto, potrebbe essere costretto a dimettersi o a presentarsi al Congresso per un voto di sfiducia, dove finora sono mancati i numeri. “Verrebbe completato per via rivoluzionaria il processo politico, è per la Libia una specie di 25 luglio”, dicono ancora le fonti, sottolineando come l’operazione americana della settimana scorsa “abbia avuto un costo politico molto alto”.

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