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LETTERA APERTA DI LUISELLA COSTAMAGNA AD ANGELINO ALFANO

luisella-costamagnaAG.RF 18.06.2014 (ore 22:29)

(riverflash) – Un elenco degli errori che, a suo dire, ha commesso il ministro dell’Interno Angelino Alfano in una lettera aperta firmata dalla giornalista Luisella Costamagna:

Caro Ministro dell’Interno Angelino Alfano,

certo che lei non ne azzecca una. Ha annunciato ai quattro venti l’identificazione dell'”assassino di Yara Gambirasio” (parole sue), mentre la Procura di Bergamo avrebbe voluto mantenere il “massimo riserbo”, anche a tutela dell’indagato, per il quale vale la presunzione d’innocenza. Grave che lei non lo sappia, essendo stato anche Ministro della Giustizia, e avendola evocata spesso per altri indagati eccellenti, molto vicini a lei.

Ma questo è solo l’ultimo dei suoi – gravi, lo ripeto – scivoloni. Mica possiamo dimenticare la vergognosa vicenda Shalabayeva, per la quale si aggrappò, secondo la moda ormai diffusa, alla giustificazione dell'”a mia insaputa”, che lungi dall’essere assolutoria è invece un’aggravante per un Ministro dell’Interno. Il governo Letta però non poteva cadere e così anche il Pd la salvò dalla sfiducia. E che dire della trattativa – vergognosa anche quella – con gli ultrà del Napoli prima della finale di Coppa Italia, che lei smentì in Parlamento nonostante l’avessero vista tutti gli italiani e la confermasse la Lega Calcio? Eppure anche allora restò al suo posto, come se nulla fosse.

Prima delle larghe intese non è che andasse meglio: il Lodo che portava il suo nome, mirato a salvare l’allora premier Berlusconi dai processi, fu bocciato dalla Consulta. All’epoca eravate una cosa sola, lei e Berlusconi, ma poi l’amore è finito, lei si è ribellato al padrone, ha fondato il suo partito e a fatica ha superato la soglia del 4% alle europee. Ha tanti difetti l’ex-non-ex Cavaliere, ma non si può negargli l’intuito di aver capito che a lei mancava il quid.

Senza offesa, caro Alfano, ma praticamente ci si accorge di lei solo perché sbaglia. E purtroppo lo fa spesso. Ricorda Robert Frost in “Jackie Brown” di Tarantino, quello che alla fine del film finisce fuori fuoco. Meglio ancora: è “L’uomo che non c’era” dei fratelli Cohen. Solo che lei è l’uomo che non c’è ma quando c’è sarebbe meglio non ci fosse. Lo dimostrano tutti questi imperdonabili episodi, la partecipazione, a inizio carriera, al matrimonio della figlia di un boss mafioso (c’era ma disse che non c’era, poi ammise ma sarebbe stato meglio non ci fosse andato), e pure Renzi, dopo il primo discorso al Senato, sembra le abbia preferito la Ministra Mogherini, per non comparire insieme a lei nelle inquadrature tv.

Perché per una volta non conquista la scena in positivo, con un’uscita di scena plateale? Perché, finalmente, non dimostra a tutti di averlo, ‘sto maledetto quid, dimettendosi? Sai che applausi!

Un cordiale saluto

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